Stipendi pagati costantemente e da anni con arretrati di due, tre mesi e, a volte, anche fino a cinque mesi. Stiamo parlando degli operatori ecologici che svolgono il loro servizio a Favara e che circa due anni fa, nella completa disperazione hanno effettuati scioperi ad oltranza che hanno trasformato la città in un’enorme discarica.
Oggi la situazione degli arretrati è ancora maledettamente presente e drammatica. I dipendenti del raggruppamento d’imprese che gestisce il servizio ecologico non hanno ricevuto le mensilità relative ai mesi di novembre, dicembre, mentre il prossimo giorno 15 scadrà la terza mensilità, quella di gennaio. Solo recentemente ai lavoratori è stato pagato il saldo della tredicesima.
Ricordiamo che sono direttamente i cittadini a sostenere totalmente i costi del servizio attraverso il pagamento della Tari, la tassa sui rifiuti. Cosicché se i cittadini non pagano, il Comune non salda le fatture alle imprese e queste ultime non pagano i loro dipendenti. E il Comune di Favara non ha ancora saldato al gestore del servizio le mensilità di settembre, ottobre, novembre, dicembre e gennaio che scadrà il prossimo giorno 5.
In questo, dicevamo, drammatico scenario c’è un aspetto positivo che ci dice direttamente il sindaco di Favara: “Da quando ci siamo insediati – a parlare è Antonio Palumbo – ogni mese saldiamo una fattura e, in qualche occasione, quello che si può sugli arretrati. Stiamo cercando di normalizzare il fenomeno, consapevoli che non possono essere i lavoratori a sopportare il peso dei ritardati pagamenti. In questo senso abbiamo migliorato gli incassi della Tari che nel 2022 sono quasi raddoppiati rispetto al 2021. Entro il prossimo giorno 15 pagheremo un’altra fattura alle imprese che saranno nelle condizioni di versare una mensilità ai lavoratori”.
Il sindaco e l’assessore al ramo dicono di aver avviato un processo di normalizzazione. E conoscendo Antonio Palumbo e Lillo Attardo non ci sono dubbi sul loro interessamento per risolvere la problematica, ma bisognerebbe accelerare sui tempi delle soluzioni, migliorando ancora di più gli incassi dell’utenza e diminuendo le spese del servizio, tra le quali la più paradossale è relativa ai costi dell’enorme quantità di conferimento di rifiuti indifferenziati. E tutto passa dal controllo del territorio attraverso l’utilizzo di videosorveglianza e di altri moderni sistemi, invece, dell’attuale e perenne, pianto antico sul personale comunale non sufficiente per numero alle attività di vigilanza.
Intervenire subito per porre fine il prima possibile al disagio i oltre 50 lavoratori e delle loro famiglie che hanno il sacrosanto diritto a ricevere regolarmente il dovuto a fronte della prestazione lavorativa.
Gli operatori ecologici, dal canto loro, non hanno nessuna intenzione di scioperare perché hanno già pagato un prezzo altissimo in termini economici per le precedenti proteste e non vogliono aggiungere danno ad altro danno. Preferiscono fidarsi del giornalista per far conoscere all’opinione pubblica il loro disagio a fronte di un diritto non rispettato. Noi la nostra parte l’abbiamo fatta.