I consiglieri regionali siciliani, questa notte, con voto segreto, hanno respinto l’emendamento teso ad abrogare l’automatismo della rivalutazione delle loro indennità al costo della vita. A proporlo erano stati i deputati del gruppo di Cateno De Luca che si sono astenuti. I deputati dell’isola, dunque, troveranno in busta paga 890 euro lordi in più che si vanno ad aggiungere allo stipendio attuale, tra indennità e diaria, di 11.100 euro.
A palazzo dei Normanni è stato approvato il bilancio interno dell’ARS con un taglio di spesa complessivo di mezzo milione ma, allo stesso tempo, è stato aumentato il capitolo relativo all’indennità dei consiglieri grazie ad una legge del 2014 che prevede l’adeguamento automatico delle stesse agli indici ISTAT del costo della vita. Il bilancio è stato approvato in grande tranquillità, ma la notizia trapela, finisce sui giornali creando malumori. Cateno De Luca propone l’abrogazione della disposizione che prevede l’adeguamento automatico delle indennità ma, al momento del voto, segreto su proposta del coordinatore siciliano di Forza Italia Francesco Miccichè, sono proprio i consiglieri del suo gruppo che avevano firmato l’emendamento che si astengono facendo così difettare i voti necessari per farlo passare.
Antonio De Luca capogruppo M5S: “È evidente a questo punto che l’azione era solo a scopo propagandistico e non mirava assolutamente a bloccare gli aumenti delle retribuzioni. Questa votazione perlomeno è servita a fargli buttare la maschera, speriamo serva anche ad aprire gli occhi ai siciliani”
L’ex sindaco di Messina, Cateno De Luca, noto per non essere uno che le manda a dire, replica: “Non avete detto che questo emendamento era mio. Voi invece volevate fottervi i soldi, dando la colpa agli altri come sempre. L’emendamento che abbiamo presentato noi, nessuno ha avuto il coraggio di presentarlo. E voi vi siete trovati spiazzati. Sapevamo che avrebbero chiesto il voto segreto e nel segreto dell’urna si sono messi d’accordo una parte della maggioranza e una parte dell’opposizione. Noi non abbiamo votato per evitare di essere mischiati in questa merda… Ma- aggiunge- prima di depositare quell’emendamento, abbiamo depositato un disegno di legge che abroga la norma che prevede l’aumento Istat. Oggi chiederemo al presidente dell’Ars di calendarizzarlo. E voglio proprio vedere come va a finire”.
Poche ore prima della votazione l’assessore all’Economia Marco Falcone aveva informato i consiglieri di una lettera inviata dal Commissario dello Stato Ignazio Portelli con la quale richiamava a una maggiore prudenza sulle spese previste nella legge di stabilità. Antonello Cracolici, esponente del PD, per tutta risposta ha rivendicato la bontà di quell’aumento, affermando inoltre: “Da 48 ore questo Parlamento subisce attacchi ingiustificati per un automatismo previsto da una legge di nove anni fa. Sono un uomo libero e non mi vergogno di dire che sono contro l’abolizione della norma e difendo l’autonomia di questa Assemblea”.
Dello stesso avviso due assessori del governo Schifani (Mimmo Turano della Lega e Roberto Di Mauro del Mpa) e il capogruppo della Dc di Totò Cuffaro, Carmelo Pace. A favore della cancellazione dell’automatismo, invece, i deputati del M5s ed il capogruppo di FdI Giorgio Assenza.