Sulle ultime disavventure di AICA e sulla defenestrazione dell’intero CDA abbiamo letto numerose opinioni, anche appassionate e condivisibili, ma per quanto autorevoli esse non possono non tener conto dei fatti se non vogliono risultare funzionali a narrazioni di stampo politico, con il rischio di perdere di vista il fondamentale danno che si sta facendo al servizio pubblico. Le opinioni non possono sostituire i fatti, le narrazioni non possono sostituire la realtà. Siccome i fatti hanno la testa dura e, prima o dopo, chiedono il conto, giova riportarli al centro del discorso, almeno a chi ha interesse per le sorti del gestore pubblico e dell’acqua bene comune.
Iniziamo dicendo che la querelle sulla nomina del Direttore Generale è stata sollevata a suo tempo dalla Consulta con apposito accesso agli atti, ma neanche così l’azienda ha voluto dissipare lo spesso strato di opacità che ha alzato attorno a questa vicenda. In ogni caso i sindaci di centrodestra, ma non solo (i quali caldeggiavano lo scorrimento del bando per la nomina di Guarnieri), allora hanno lasciato correre mentre oggi, alla luce di mutati equilibri politici in seno all’assemblea, prendono a pretesto la vicenda per un colpo di mano che ha portato alla decapitazione del CDA, il quale, per quanto ci riguarda, non ha brillato per aver messo in campo la più virtuosa e trasparente delle gestioni. Trattasi in tutta evidenza di nient’altro che schermaglie politiche che nulla hanno a che fare con il miglioramento delle condizioni dell’azienda.
È bene sottolineare senza illusioni che da questa vicenda è difficile aspettarsi risvolti positivi per il futuro, perchè il modus operandi della politica resta il medesimo, l’approccio dei Sindaci ricalca sempre le stesse logiche di appartenenza (da qui il recente colpo di mano) che tanto male stanno recando ad AICA. Se un cambio è auspicabile, esso deve ripartire dai criteri di selezione del nuovo CDA come del Direttore Generale, garantendo una maggiore trasparenza dei processi decisionali.
Un’azienda pubblica come AICA che non rende trasparenti i suoi atti e le sue decisioni, non favorisce la partecipazione e il coinvolgimento dei portatori di interesse e nega un diritto fondamentale all’utenza, alla quale viene chiesta una bolletta salata per un servizio inadeguato. Proprio per questo ci preme porre a tema le azioni concrete per il risanamento del bilancio di AICA, sebbene su questo i Sindaci non hanno mai dimostrato lo stesso zelo di quando ci si occupa di posti e poltrone. Mentre ci si divide in tifoserie contrapposte i fatti dicono che AICA, dopo soli 18 mesi, è in condizioni critiche anche se non sappiamo quanto. Su questo dovrebbe già essere pubblicata la seconda relazione semestrale del Direttore Generale, ma non ve n’è traccia ad oggi. I fatti dicono che la mancata trasparenza obbliga l’opinione pubblica ad affidarsi alle dichiarazioni mediatiche del Presidente del CDA o del Presidente dei Soci, senza adeguata documentazione a supporto delle affermazioni fatte, spesso vanamente trionfalistiche o forzatamente ottimistiche.
I fatti dicono che l’azienda ha ricevuto una stroncatura pesantissima dai Sindaci Revisori.
I fatti dicono che AICA non ha risolto nessuno dei problemi che affliggono il servizio idrico del nostro ambito, anzi alcuni li ha persino aggravati, come la mancata ricerca degli abusivi e dei furti d’acqua. I fatti dicono che l’azienda lamenta da 12 mesi un insostenibile aggravio dei costi legati all’aumento dell’energia elettrica, ma non vengono resi pubblici i programmi e le iniziative per abbattere questi costi, nonostante siano state suggerite diverse soluzioni.
I fatti dicono che l’azienda non sta adeguatamente affrontando l’annosa questione delle utenze forfettarie e della disparità tra gli utenti, per la quale la Consulta ha diffidato Aica e ATI, corresponsabile di questo sfacelo (il REACT-EU non presenta tempi di realizzazione certi e compatibili con la gravità del deterioramento dei conti di AICA). I fatti dicono che l’azienda non ha sollecitato ATI perchè favorisse la cessione delle reti dei comuni non salvaguardati e le utenze della Voltano SPA, in tempo utile ad impedire l’aumentare incontrollato delle perdite di bilancio. I fatti dicono che l’Ati ha concesso un aumento tariffario immorale che va in parte a sopperire le carenze gestionali sopra elencate; un aumento tariffario che manca della necessaria trasparenza nell’applicazione e fra l’altro praticato su tariffe irregolari. L’Ati, che dovrebbe essere protagonista del risanamento del gestore, omette di ricalcolare le tariffe per l’acquisto d’acqua all’ingrosso da Sicilacque, non si pronuncia sulla verifica dei requisiti occorrenti ai comuni salvaguardati per mantenere la gestione diretta, non si occupa del reperimento di nuove fonti di approvigionamento anche attraverso adeguate iniziative da avviare con l’Autorità di Bacino. Non garantisce al gestore il Full Cost Recovery salvo applicare le delibere ARERA per aumentare le tariffe, ma non per aumentare la qualità del servizio. Non si ravvedono iniziative volte a raggiungere quei requisiti fondamentali per l’accesso ai fondi PNRR, sui quali difatti non si è potuto presentare alcun progetto. Insomma, il vero miracolo sarebbe ritrovarsi una classe dirigente che si appassiona a risolvere le criticità di gestione e a soddisfare i bisogni dei cittadini, almeno quanto si appassioni alle schermaglie politiche. Mentre il tempo passa e le perdite di AICA si ingrossano, il Governo ha già preparato un colpo di spugna per i gestori dei servizi pubblici locali che non dimostrino di essere più che immacolati (AICA non è tra questi) con l’obiettivo di rimettere tutto in mano ai privati. Alla luce degli ultimi avvenimenti e dopo 18 mesi di siffatta gestione, chi tra i Sindaci si sta occupando di rimettere in sesto i conti? Chi si sta occupando dell’acqua pubblica? La realtà presenta il conto e a pagare sono sempre i cittadini.
La Consulta di AICA
il Presidente Alvise Gangarossa
Associazioni aderenti alla Consulta di AICA:Comitato Civico Cantavenera; Centro Studi Alcide De
Gasperi; Konsumer Agrigento; Codacons Agrigento; A Testa Alta; Agrigento Punto e a Capo; Ethikos; Coordinanento Titano;