Vincenzo Cavaleri
Oggi ricorre il 146mo anniversario della sua nascita, avvenuta a Naro (in provincia di Agrigento), da dove ha spiccato il volo per consacrare le sue doti di illustre giurista, prima a Palermo, capoluogo siciliano, e dopo a Roma, capitale dell’Italia.
Fondatore della Scuola Civilistica Siculo-Romana, egli ha insegnato Diritto Civile nelle Università di Palermo (dal 1911 al 1934) e di Roma (dal 1934 al 1946), dopo averlo insegnato in quelle di Camerino, Perugia e Macerata.
La sua produzione scientifica più importante è espressa, tra le altre, dalle seguenti opere:
“L’interpretazione dei contratti” (1906); “Sui così detti diritti potestativi” (1906); “La simulazione assoluta” (1907-1908); “Negozi fiduciari: introduzione e parte prima” (1910); “Teoria generale del contratto” (1940). Interessantissime opere, raccolte tutte in “Scritti giuridici” (5 voll., post., 1948).
Eppure, a Naro, e in tutta la provincia di Agrigento, ma anche nella Sicilia, Giuseppe Messina non è conosciuto. A lui non è mai stata intitolata una strada o una scuola.
Solo nell’aprile del 1986, il periodico “Risveglio Narese” gli ha dedicato un’editoriale ed una ben documentata monografia. Ed il mese successivo, sempre a Naro, il “Centro Studi Sturzo”, di Palermo, presieduto da Franco Bruno, ha organizzato un convegno sul tema: “Attualità del pensiero giuridico, politico e sociale di Giuseppe Messina e Luigi Sturzo”, i cui relatori sono stati: Antonio Palazzo, docente ordinario di Diritto Civile dell’Università di Palermo; Giovanni Tesè, Presidente dell’”Associazione Giuridica Giuseppe Messina” e Piero Corbo, Presidente del “Centro Studi Segnali”.
Solo iniziative sporadiche.
Ma, dell’autorevole cultura giuridica e umana di Giuseppe Messina, ha parlato persino Francesco Carnelutti. Il quale, più giovane di lui di un paio d’anni, ebbe a dire che trovò conforto nel giurista siciliano sin dai suoi primi passi mossi nel campo giuridico.
“Appena un giovane gli si fosse accostato, s’apriva il tesoro del suo ingegno e del suo cuore. Io fui uno di quelli che ne ebbero, ai primi passi, inestimabile conforto; e non l’ho mai dimenticato”: sono, queste, le parole di Francesco Carnelutti, a proposito di Giuseppe Messina, scritte a pagina 197 della “Rivista di diritto processuale” n. 1 dell’anno 1946.
E forse non ci poteva essere migliore elogio, per il narese Giuseppe Messina, il quale mai fu dimenticato da Francesco Carnelutti, forse il più eminente fra gli avvocati e giuristi di tutti i tempi.
Vincenzo Cavaleri
Nelle foto:
-La foto e la monografia su Giuseppe Messina nel periodico “Risveglio Narese”;
-I relatori del convegno di Naro su Giuseppe Messina e Luigi Sturzo;
-La prima pagina di “Risveglio Narese” con l’editoriale dal titolo “Il Narese Giuseppe Messina”.