Vincenzo Cavaleri
Sono quattordici i Comuni della provincia di Agrigento in cui il 28 e 29 maggio si voterà per l’elezione del Sindaco ed il rinnovo del Consiglio Comunale. Si tratta di Burgio, Calamonaci, Castrofilippo, Cianciana, Grotte, Joppolo Giancaxio, Licata (unico Comune con sistema elettorale proporzionale e con eventuale ballottaggio per l’elezione del sindaco), Lucca Sicula, Menfi, Ravanusa, Sambuca di Sicilia, San Giovanni Gemini, Sant’Angelo Muxaro e Santo Stefano Quisquina.
Iniziata la quaresima, è venuto pure il tempo d’intensificare i preparativi per le candidature sia a primo cittadino sia a consigliere comunale.
Allo stato, potrebbero ricandidarsi tranquillamente sia il sindaco di Santo Stefano di Quisquina, Francesco Cacciatore (d’area progressista ed in prima fila contro il progetto dell’autonomia differenziata), sia quello di Ioppolo Giancaxio, Angelo Giuseppe Portella, nonostante entrambi annoverino già due mandati consecutivi. Infatti, con la riforma regionale del febbraio 2021 è stata introdotta in Sicilia la possibilità del terzo mandato per i Sindaci dei Comuni con popolazione sino a 5 mila abitanti.
Non solo. La Prima Commissione Legislativa dell’Assemblea Regionale Siciliana ha appena dato il via libera al disegno di legge che prevede l’estensione del terzo mandato ai Sindaci dei Comuni con popolazione sino a 15 mila abitanti (anziché 5 mila). Si tratta di un disegno di legge di un solo articolo che giungerà in aula la prossima settimana e che dovrebbe essere approvato entro la prima quindicina di marzo. In tal caso, potrebbero candidarsi, pure, il sindaco di Ravanusa, Carmelo D’Angelo, quello di Sambuca di Sicilia, Leo Ciaccio (importante esponente del Terzo Polo), e quello di San Giovanni Gemini, Carmelo Panepinto. I quali hanno già al loro attivo, ininterrottamente, due mandati. Ma l’aula dell’ARS potrebbe scegliere di far decorrere la legge a partire non dalle amministrative di maggio, bensì dalle successive. E ciò precluderebbe la candidatura a tutti i sindaci dei Comuni superiori a 5 mila abitanti ma inferiori a 15 mila il cui secondo mandato scada adesso.
A Burgio potrebbe tornare invece a candidarsi il dirigente scolastico e studioso di storia patria, Vito Ferrantelli. Il quale, nell’ultima competizione (2018), non si è potuto candidare a causa del divieto del terzo mandato consecutivo, accontentandosi di fare il Presidente del Consiglio Comunale. Ma c’è l’incognita dell’uscente Francesco Matinella, medico veterinario, che probabilmente vorrà correre per il secondo mandato.
A Calamonaci, nel passato, il divieto del terzo mandato aveva sbarrato la candidatura a Gioacchino Guddemi (sindaco dal 1998 al 2008) e a Vincenzo Inga (sindaco dal 2008 al 2018). Quest’ultimo, nelle comunali di 5 anni fa, ha sostenuto il sindaco eletto Pellegrino Spinelli, ma adesso Inga, attuale presidente del consiglio comunale, potrebbe ricandidarsi. Sembra però che analogo obiettivo abbia il sindaco uscente.
A Castrofilippo e a Lucca Sicula tutto sembra apparentemente tacere, ma i rispettivi uscenti Antonio Francesco Badalamenti e Salvatore D’Azzo non avrebbero intenzione di mollare, mentre sono ormai certe le candidature a Cianciana dell’uscente Francesco Martorana (questa volta in quota alla Nuova D.C. di Totò Cuffaro) e a Grotte di Alfonso Provvidenza.
Probabili, ma non ancora certe, sono le ricandidature di Angelo Tirrito a Sant’Angelo Muxaro, dove nel 2018 egli è stato eletto appena ventisettenne, e di Marilena Mauceri a Menfi, unico Comune, tra quelli chiamati al voto, dove c’è un sindaco-donna.
Il solo uscente che non si ricandiderà con assoluta certezza è il sindaco di Licata, Giuseppe Galanti. Ha annunciato la sua candidatura Giuseppe Montana, dirigente di Polizia Municipale a Gela, vicino all’On.le Annalisa Tardino, che sta cercando di fare confluire sul progetto le forze di Centrodestra, con il placet ad oggi di Forza Italia.
Sempre nel Centrodestra è stata annunciata la candidatura di Angelo Balsamo, vicino alle posizioni dell’On. Di Mauro.
Nel centro-destra, è stata annunziata la candidatura di Angelo Balsamo, vicino alle posizioni dell’on. Di Mauro.
L’ avvocato Balsamo ha avuto uno spettacolare successo nelle elezioni comunali del 2013, quando fu eletto sindaco a furor di popolo, al primo turno, con più del 51% (quasi 10mila voti). Purtroppo, dieci mesi dopo l’elezione, dovette dimettersi per una vicenda giudiziaria che, in via cautelare, lo portò agli arresti domiciliari, perdurando sino al 30 settembre 2021, quando egli è stato assolto dalla Corte d’Appello di Palermo.
Per il centro-sinistra, invece, a Licata il discorso si fa difficile se consideriamo che alle primarie del PD, il circolo locale ha registrato appena 28 votanti. Certo, c’è pure il M5S che conta sul deputato regionale, Angelo Cambiano, che ha ricoperto la carica di Sindaco a seguito delle elezioni comunali del giugno 2015, quando però egli non militava affatto nel M5S, che presentò un altro candidato-sindaco, Gianluca Ciotta, il quale raggiunse appena il 3,56% dei voti.
Cambiano fu poi sfiduciato dal Consiglio Comunale (due anni dopo) ed oggi -come ieri- appare difficile che a Licata il M5S possa prendere molti voti alle elezioni comunali. Né ci sono nel Movimento locale, all’infuori del deputato regionale, altri personaggi ben carismatici.
Un discorso simile riguarda il Terzo Polo, dove Decimo Agnello, candidato di Licata alle elezioni regionali, nella sua città ha raccolto 483 preferenze. Né sembrano esserci spazi per i movimenti di Cateno De Luca, il cui candidato locale alle regionali, Salvatore Nicolosi, ha preso a Licata 169 voti.