L’amministrazione comunale di Favara perde il finanziamento di euro 5.158.467 per ristrutturare l’immobile confiscato in via Aldo Moro ex proprietà Baio.
Le motivazioni dell’esclusione le riportiamo così come riportate nel decreto dell’Agenzia per la Coesione Territoriale: “L’assenza della progettazione non è coerente con le tempistiche dichiarate. Non c’è alcuna documentazione a supporto e la finalità è diversa da quanto dichiarato nel provvedimento di destinazione.”
Il decreto porta la data del 19 dicembre 2022, circa tre mesi fa. In tutto questo tempo non c’è stata nessuna comunicazione alla città alla quale si raccontano le belle notizie, anche quelle poco importanti, invece si tace per un consistente finanziamento andato in fumo. Ci pariva ladiu.
Ne parliamo a distanza di tre mesi e direttamente con il sindaco, di Favara Antonio Palumbo. Per il primo cittadino il palazzo era ed è destinato nelle intenzioni dell’amministrazione ad accogliere e riunire tutti gli uffici comunali. Destinazione che non si concilia con gli scopi del finanziamento e per concorrere il Comune ha inserito nel progetto del palazzo attualmente di 7 piani, due sopraelevazioni andranno demolite, tutto un piano per le associazioni anti mafia e anti violenza. Sempre per il sindaco, questo fatto non ha cambiato per l’Agenzia la destinazione prevalente.
Intanto, la città ha sul groppone un palazzo che non potrà mai ristrutturare con proprie risorse finanziarie. Non solo l’immobile oggi, abbandonato da decenni, può causare danni alle persone e alla cose, sottolineando che proprio accanto c’è l’istituto alberghiero e i suoi numerosi studenti.
E’ un immobile di significativo interesse per Favara che riunirebbe tutti gli uffici comunali e darebbe nuova vitalità ad una zona “morente” che guarda verso Agrigento rispetto al quartiere Itria, via Nenni e via Capitano Callea pieno di attività commerciali.
Il sindaco di Favara è, comunque, fortemente determinato a rintracciare finanziamenti per la ristrutturazione dell’immobile, arrivando anche alla scelta di ritornare la proprietà allo Stato. Su questo argomento Antonio Palumbo è stato molto chiaro nella conversazione telefonica avuta con noi poco fa: “La città ha bisogno dell’immobile, ma deve essere aiutata nel sostenere le spese della ristrutturazione in tempi che non possono essere più lunghi in considerazione dello stato di pericolosità del palazzo. Viceversa cederemo la proprietà dell’immobile allo Stato.