Era il 31 marzo 2020 quando a Furci Siculo un piccolo paese in provincia di Messina si è consumato un omicidio, un efferato femminicidio. Vittima una giovane donna, una studentessa in medicina prossima alla laurea, uccisa dal suo fidanzato.
Lorena Quaranta tre anni fa strappata alla vita dal suo fidanzato Antonio De Pace, calabrese di Vibo Valenzia.
Nessuno mai sarà capace di lontanamente descrivere il dolore dei genitori e della famiglia. Favara si è fermata. Ricordo il grande lavoro del collega Peppe Moscato che ha dato l’anima per seguire in diretta l’arrivo del corteo della dolce Lorena.
Davvero il cielo e’ caduto addosso non solo ai familiari di Lorena, ma a tutta la comunità di Favara e all’Italia intera, sgomenta per l’ennesimo, brutale femminicidio. In pieno covid, lenzuola bianche ai balconi ed applausi al passaggio del corteo funebre.
Tante le iniziative volute e preparate, che non si sono potute svolgere a causa delle restrizioni per la pandemia da coronavirus. Ma in piazza Cavour, nel giardino della Biblioteca comunale è stata collocata una panchina rossa in suo ricordo.
Il 20 ottobre 2020, Lorena Quaranta, è stata proclamata dottoressa in Medicina e Chirurgia, dal Rettore dell’Università di Messina Salvatore Cuzzocrea, con la votazione di 110 e lode. La pergamena di laurea è stata consegnata, nel corso di una cerimonia in Aula Magna, alla famiglia di Lorena alla presenza fra gli altri, dei colleghi del Corso di laurea. La tesi di Lorena, intitolata “Immunodeficienze selettive: la candidiasi mucocutanea cronica”, è stata discussa dalla sua amica e collega Vittoria Patorno.
De Pace è stato accusato di omicidio volontario e premeditato. Nell’udienza preliminare il Gup ha rigettato l’istanza avanzata dai suoi legali, finalizzata a disporre una perizia psichiatrica sulla capacità del De Pace di intendere e di volere. Secondo la ricostruzione delle indagini, infatti, l’omicida ha colpito la giovane studentessa con un oggetto contundente per poi metterle le mani al collo e strangolarla, il tutto, ha contestato il PM Roberto Conte, con premeditazione e volontarietà.
Inizialmente De Pace ha parlato di una esplosione di rabbia e un raptus dovuto alla paura che lei lo avesse contagiato, eravamo in piena prima ondata di pandemia da coronavirus, e si è fatto trovare dai Carabinieri, da lui stesso avvertiti, coi polsi insanguinati, come avesse voluto uccidersi. Ma il tampone ne aveva rivelato la negatività.
Lorena Quaranta vive nei cuori dei familiari, degli amici e dei suoi concittadini.