”Non basta soltanto realizzare un aeroporto, ma occorre anche analizzare la sostenibilità finanziaria di quell’area aeroportuale, e che sia accompagnata da una progettazione che abbia una certa autonomia finanziaria e che non debba basarsi solo sui contributi pubblici”. Sono le parole del governatore della Sicilia. Cosicché Schifani al primo problema dell’isolamento della provincia agrigentina, invece di trovare la soluzione, aggiunge un altro problema.
L’aeroporto ad Agrigento non è finanziariamente sostenibile, argomento chiuso. Bravo presidente! Se fosse stato economicamente vantaggioso, già da tempo senza scomodare la politica l’aeroporto ad Agrigento sarebbe una realtà, con gli investimenti degli imprenditori italiani e non.
In una simile situazione i politici quelli veri cercherebbero una soluzione per sdoganare le bellezze naturali e culturali di un territorio che ne è ricchissimo. La gente di tutto il mondo verrebbe nella nostra provincia, ma, ed il ma è grande quanto una montagna, come arriva ad Agrigento e nelle altre città dell’agrigentino? A dorso di mulo sulla Palermo Agrigento o con la “bassa velocità” delle ferrovie.
Verrebbero i turisti per trascorrere un sabato e una domenica all’ombra dei templi, sulle nostre spiagge, a visitare i piccoli e i grandi centri della provincia, a gustare i prodotti tipici che completano la ricca offerta e l’elenco è lungo. Verrebbero con nell’offerta un aeroporto a pochi chilometri dal prescelto luogo di vacanza. Oggi, pochi eroi sono disponibili a trascorrere la vacanza in treno o in macchina nel viaggio di andata e ritorno dall’aeroporto di Palermo, Catania, Trapani per e da Agrigento. E allora preferiscono altre mete turistiche, mentre gli agrigentini restano poveri pur annegando nelle ricchezze culturali e ambientali.
L’uscita di Schifani suona come una sorta di sua vicinanza al dolore degli agrigentini per l’impossibilità di rompere l’isolamento del loro territorio. Allora agli agrigentini, tra l’avere e il non avere, resta la rassegnazione e il dolore. La rassegnazione a non avere un aeroporto e il dolore di avere scelto attraverso il voto un presidente che invece di rimboccarsi le maniche, chiude la partita e chi si è visto, si è visto.
Schifani si è arreso, a danno degli agrigentini, solo al pensiero di tentare di dare una grande opportunità economica eliminando l’isolamento della provincia, mentre all’agrigentino resta la resa più dolorosa, quella di essersi scelto questo governo dell’Isola.