Salvatore Sorce
Proviamo per un giorno a fare i turisti per davvero e immaginare di voler partire da una località fuori Sicilia per conoscere Agrigento con le sue risorse archeologiche, artistiche e culturali.
Gli approdi aeroportuali maggiormente gettonati sono Palermo, col suo “Falcone Borsellino”, e Catania-Fantanarossa col suo “Vincenzo Bellini”.
Posto che arrivare ad uno dei due aeroporti non sempre risulta agevole a seconda della provenienza ma diamo per buono che occorrono almeno tre ore tra raggiungimento dell’aeroporto di partenza, imbarco, durata del volo, sbarco, recupero valige, etc, sempre che tutto vada bene. Da questo momento azzeriamo il cronometro e cominciamo a capire cosa può succedere ad un turista che finalmente ha toccato suolo siciliano e vuole raggiungere Agrigento, città della “cultura 2025”.
Se decide di atterrare a Catania dovrà fare i conti con sole 5 corse giornaliere di pullman della durata media di tre ore ciascuna a partire dalle 6:20 del mattino fino alle ore 21:05 di sera. Quindi, se per un qualsiasi disguido dovesse arrivare dopo le 21:05 sarà obbligato a prenotare un albergo a Catania in attesa di prendere il prossimo pullman del giorno successivo. Se invece ha la fortuna di arrivare durante la fascia oraria utile, ben che vada, aspetterà di salire sul vettore dopo due ore di attesa ….. che sommate alle tre di viaggio diventano cinque. Quindi, siamo a quota 8 ore, compreso il tempo provenienza .
Da Palermo, senza voler tediare con altri calcoli orari, resoconti e ragionamenti, più o meno è la stessa identica situazione.
Se a tutto questo sommiamo pure i tempi per il ritorno a casa che sono simmetricamente uguali, è facile capire di quale scommessa parliamo, si…. , perché di questo si tratta.
La domanda, a questo punto, sorge spontanea: ma il turista che ha a disposizione solo un fine settimana per uscire e svagarsi, può permettersi di fare un salto ad Agrigento per assaporare le ricchezze culturali di cui dispone?
A queste condizioni, francamente, credo sia impossibile. Qualsiasi turista non può permettersi di affrontare una vacanza dove i viaggi di andata e ritorno rubano intere giornate di sfiancanti attese e trasferte.
E allora, chi dice che l’aeroporto ad Agrigento non serve o non può autosostenersi, mette solo paletti allo sviluppo di un territorio con grandissime potenzialità turistiche che difficilmente potrà svilupparsi senza e che sicuramente si autofinanzierebbe nella facile raggiungibilità aeroportuale e conseguente aumento dell’afflusso turistico con annessi servizi.
Agrigento possiede una ricchezza archeologica, storica, balneare, climatica, enogastronomica e territoriale da fare invidia ai migliori siti turistici italiani ed internazionali.
È solo questione di tempo: quello necessario agli agrigentini per prendere coscienza delle ricchezze di cui godono e potrebbero sfruttare.