In un documento arrivato in redazione i capigruppo consiliari di Favara per i Beni Comuni e Partito Democratico, Pasquale Cucchiara e Salvatore Bellavia critinano la decisione dell’opposizione di non votare il previsto aumento della Tari.
Nella loro nota politica non manca il reitero della condanna circa la scelta strategica della mancanza del numero legale per far cadere le sedute dell’assise cittadina da parte dei loro colleghi d’opposizione. Ma, adesso, la questione è un’altra: l’aumento della Tari sul quale Cucchiara e Bellavia ricordano ai loro colleghi che “l’anno scorso – scrivono – ci siamo dati, tutti insieme, uno strumento, ovvero il PEF, che prevedeva l’adeguamento di circa 140 milaeuro le cui tariffe sono la logica conseguenza.
Su questo e molti altri campi della cosa pubblica constatiamo amaramente molta confusione e approssimazione da parte dell’opposizione assenteista.
Auspichiamo un serio confronto su questo tema anche, ripetiamo ancora una volta, nelle sedi deputate”.
Maggioranza e opposizione duellano, pure il sindaco sui social, intanto gli spettatori, i cittadini paganti, che non hanno le idee “confuse” su costo e sulla qualità del servizio ecologico, sono fortemente delusi nella forma e nella sostanza. E se l’aumento della Tari è un fatto burocratico, una questione politica è non ridurre le enormi quantità di rifiuto indifferenziato conferito in discarica. E politico è il problema di un 40 per cento della platea contribuenti che paga, mentre il 60 per cento ne fa benissimo a meno. La politica dovrebbe interrogarsi sui motivi del non idoneo controllo da parte del gestore del servizio sulla qualità dei rifiuti conferiti dell’utenza, così come previsto dal contratto d’appalto. Dovrebbe la politica trovare la soluzione ai ritardati pagamenti al gestore del servizio e alle discariche. Ritardi che producono interessi moratori a carico dei contribuenti favaresi; solo recentemente l’amministrazione comunale ha dovuto sborsare 140mila euro per interessi. La politica dovrebbe ragionare sul fatto che da oltre un anno si aspetta l’installazione delle foto trappole e della videosorveglianza.
Ora su tutte queste riflessioni risponderanno il sindaco, gli assessori e i consiglieri comunali. Giustificazione anche con violenza verbale alla quali da qualche tempo assistiamo, tutto ciò non cambierà nulla nella sostanza: i cittadini pagheranno sempre di più.