Incredibile, ma vero. La dirigente scolastica dell’istituto comprensivo “Giovanni Falcone” del quartiere Zen è finita in manette. E i reati contestati sono davvero infamanti: corruzione e peculato.
Daniela Lo Verde, nome notissimo nelle file dell’antimafia siciliana in genere e palermitana in ispecie, era stata insignita dell’onorificenza al merito della Repubblica di Cavaliere, nel giugno del 2020, per essersi messa a disposizione della comunità, durante il covid, quando raccogliendo fondi per l’acquisto di tablet e buoni spesa in favore degli alunni, in modo da favorire la continuità didattica in call.
Invero, la Dirigente Scolastica aveva sinora condotto battaglie notevoli (propagandate dalla stampa) contro i vandali che spesso devastavano i locali della sua scuola; aveva portato avanti numerose iniziative contro la dispersione scolastica che allo Zen raggiunge percentuali altissime; aveva fatto progetti contro l’analfabetismo (molto diffuso tra i ragazzi palermitani dei quartieri poveri), anche contro l’analfabetismo tecnologico ed informatico.
L’arresto della dirigente scolastica (che adesso è ai domiciliari) è avvenuto nell’ambito di un’indagine, coordinata dai PM della Procura Europea, poiché Daniela Lo Verde si sarebbe appropriata, con la complicità del vicepreside, anche lui arrestato, di cibo per la mensa dell’istituto scolastico, computer, tablet e iphone destinati agli alunni e acquistati con i fondi di finanziamenti europei. Il reato di corruzione riguarda, invece, anche una dipendente di un negozio palermitano di forniture tecnologiche ed informatiche che alla preside avrebbe regalato tablet e iphone in cambio di forniture affidate dalla scuola in modo diretto e in esclusiva.
La dipendente, pure lei ai domiciliari, avrebbe fatto preventivi su misura, ledendo così il principio della concorrenza ed arrecando danni ad altre aziende interessate a concorrrere, per molti acquisiti realizzati nell’ambito di progetti finanziati con fondi europei o con altri fondi pubblici.