L’avvocato Giuseppe Di Miceli ha già inviato una nota ad Aica, pubblicata in un altro articolo della pagina SiciliaOnPress, dove il professionista spiega le ragioni del canone di depurazione non dovuto da parte dell’utenza.
Adesso è arrivato il comunicato stampa del sindaco di Favara che la prossima settimana avrà un incontro ad Ati per chiarire la vicenda.
“In seguito all’approvazione – si legge nel comunicato del sindaco – da parte del Consiglio direttivo dell’Assemblea territoriale idrica di Agrigento lo scorso 3 aprile dell’inserimento nelle bollette idriche richiesta ai cittadini anche di una quota per la depurazione (a fronte però di impianti oggi solo parzialmente funzionanti o più semplicemente, malfunzionamenti) avevo chiesto una relazione dettagliata al direttore generale per comprendere in base a quali motivazioni l’Ati fosse giunta a questa decisione a fronte di una normativa sul punto non univoca.
In considerazione che in questi giorni sono in fase di notifica ai cittadini le bollette comprensive del canone in questione per gli anni 2022 e 2023 ho chiesto e ottenuto un incontro già la prossima settimana per affrontare la questione e, si spera, risolverla positivamente per cittadini.
Sia chiaro che – conclude il sindaco di Favara, Antonio Palumbo- chiederò, se il canone non è dovuto, la sospensione dello stesso nelle prossime bollette e la restituzione delle somme incassate dai cittadini ad Aica”.
Ha fatto bene Giuseppe Di Miceli come rappresentante di una associazione di consumatori ad affrontare la particolare problematica e a difendere l’utenza, fa benissimo Antonio Palumbo nella qualità di sindaco e componente dell’Ati a tutelare i suoi concittadini costretti a pagare una depurazione che non c’è.
Il resto della storia la racconteremo tra qualche giorno.