Con l’articolo dal titolo “487 POSTI AI CENTRI PER L’IMPIEGO SICILIANI: GRADUATORIE DEI CONCORSI DA RIFARE”(si può cliccare qui per consultarlo), è stata data contezza della decisione della dirigenza generale dell’assessorato regionale per la funzione pubblica di sospendere le graduatorie dei concorsi a 487 posti presso i centri per l’impiego, nelle more del loro annullamento.
Questa decisione della dirigenza generale poteva essere presa già a fine marzo. Proprio allora, infatti, il Tribunale Amministrativo Regionale aveva ordinato alla commissione d’esame di fornire una relazione che contro-deducesse sui motivi dei ricorsi giurisdizionali presentati da alcuni concorrenti per l’annullamento delle graduatorie.
In quel momento, c’erano soltanto due strade: o insistere sulla legittimità delle graduatorie formulate dalla commissione d’esame oppure adottare un provvedimento in autotutela che autorizzasse la commissione a rifare le graduatorie. Ma la prima strada era impraticabile: perché la giurisprudenza consolidata andava (va) in senso opposto all’interpretazione delle commissioni d’esame.
Si è aspettato invece che la prima commissione legislativa all’ARS, su richiesta dell’infaticabile on. Luigi Sunseri, in data 19 aprile, audisse i presidenti di commissione, per svelare il segreto di pulcinella: la commissione d’esame non può rifare le graduatorie se prima non interviene un provvedimento in autotutela dell’amministrazione regionale oppure un provvedimento del giudice amministrativo.
Il giudice amministrativo, invece, era prioritariamente intervenuto soltanto per chiedere chiarimenti alla commissione, in modo da avere maggiori elementi di decisione sull’istanza cautelare e successivamente sul merito dei ricorsi giurisdizionali. L’amministrazione regionale, da parte sua, non era intervenuta affatto. Quindi?
Quindi, è divenuto obbligatorio intervenire successivamente -finalmente- per l’amministrazione regionale, a mezzo della dirigenza generale del dipartimento della funzione pubblica, avviando il procedimento di annullamento in autotutela delle graduatorie, per subito dopo approvare le nuove.
Il tutto in considerazione che c’è un indirizzo giurisprudenziale che -diversamente operando-avrebbe portato direttamente all’annullamento delle graduatorie nella parte in cui i titoli di studio e quelli di servizio fossero stati valutati difformemente dall’orientamento consolidato del giudice amministrativo.
Adesso, dunque, le commissioni d’esame sono al lavoro per riformulare le graduatorie in base alle disposizioni della dirigenza generale dell’assessorato regionale della funzione pubblica che si è infine adeguata all’orientamento giurisprudenziale.
La commissione d’esame per il concorso a 311 posti di operatore del mercato del lavoro e quella a 176 posti di istruttore amministrativo contabile sono già al lavoro, o vi si metteranno nei prossimi giorni, per consegnare rapidamente all’amministrazione regionale le graduatorie rifatte per l’approvazione.
Dovrebbero riuscirci in 15/20 giorni, tenuto conto che nei ricorsi giurisdizionali sono stati persino indicati (previo accesso agli atti) i nominativi di coloro ai quali i titoli di studio sono stati valutati difformemente all’orientamento giurisprudenziale.
Se ciò accadrà con la dovuta tempestività, il Tribunale Amministrativo Regionale, giorno 25 maggio (data già fissata per la camera di consiglio in cui decidere sull’istanza cautelare) dovrebbe prendere atto della cessazione della materia del contendere. “Dovrebbe”, se saranno già annullate le graduatorie impugnate e se, di conseguenza, saranno state approvate dall’amministrazione le nuove graduatorie, una volta rifatte dalle commissioni.
Andrà tutto così?
La volontà politica dell’assessore regionale alla funzione pubblica Andrea Messina sembra questa. Ma la divaricazione tra volontà politica e realtà effettuale è spesso sussistente. Soprattutto nei tempi di concretizzazione. Che, nella fattispecie, sono ormai molto procrastinati.
Eppure, a far le cose giuste e logiche ci si mette poco; a far le cose complicate ci vuole tanto tempo!