Salvatore Licata – Delegato del Sindaco di Licata c/o Ati ed Aica
Mi sia consentito, alla fine del mandato del mio Sindaco e nella qualità di suo delegato in seno alle Assemblee di Ati ed Aica e quindi di non Sindaco, di esprimere la mia personale opinione su quanto accaduto e su quanto sta continuando ad accadere in merito al Servizio Idrico Integrato nell’Ambito di Agrigento e penso che sarà una delle ultime volte, se non l’ultima, in questa veste . Si sa, perché è noto a molti, come tantissimi Comuni e non solo in Sicilia o nella provincia di Agrigento, siano in dissesto finanziario o stanno per dichiararlo o siano in amministrazione controllata e nella maggioranza dei casi perché non sanno, non possono, non vogliono porre rimedio ad una delle cause principali: l’evasione dei tributi, la difficoltà nell’incassare quanto dovuto dai cittadini per i servizi che ricevono, Tari in primis e poi di tante altre concause più o meno gravi. Giusto per fare una similitudine, a mio parere, sta avvenendo più o meno, la stessa cosa nel governo e nella gestione del SII, con la sola differenza che i mancati incassi in Aica sono causati in primo luogo da Ati e dall’Assemblea dei Sindaci che non consentono l’allineamento con direttive europee e norme Arera, di eliminare o compensare le utenze a forfait, (dai numeri di Aica pare che siano oltre il 16% del totale delle utenze) e non provvedere a ripristinare il team per la ricerca degli abusivi e delle utenze non presenti in anagrafica. Aica non può essere governata come fosse un Ente Pubblico, un Comune e sulla base di appartenenze o convenienze politiche e non parlo di una parte politica ma dell’intera Assemblea, a parte qualche sporadica eccezione che non si manifesta . Aica è una Azienda, importante, che deve erogare servizi e per giunta essenziali e la legislazione vigente per questo tipo di aziende e per metterle al riparo da “spinte”, “insane voglie”, “interessi pro domo sua” ecc. ha dotato le stesse di una serie di vincoli che proteggano la stessa e di conseguenza gli utenti/cittadini da tutta una serie di questioni o “mala gestio” che ne compromettano la stabilità e una sana e tranquilla vita gestionale. Aica, per “stare bene”, deve essere governata con criteri imprenditoriali, anche se interamente in mani pubbliche.
Ad Agrigento non si vuole ancora prendere atto di queste evidenze ed in nome di un mal interpretato “primato della politica” si continua ad insistere a voler gestire la stessa, con i medesimi criteri con i quali vengono , nella stragrande maggioranza dei casi, gestiti i Comuni. Infatti , appena si è palesato, ma come era prevedibile, il primo problema di sbilanciamento nei conti di Aica , si è immediatamente gridato alla necessità di ricorrere ad un prestito a carico dei Comuni soci. Appena sta continuando a salire la passività si suggerisce all’Assemblea il ripianamento del debito a carico dei Comuni e non parlo delle bollette delle utenze intestate ai Comuni, che si possono esigere secondo precise indicazioni di delibere di Arera. Proviamo a gridarlo un po più forte, Non si possono chiedere risorse ai Comuni, già in grosse difficoltà per conto loro, se prima non si è posta Aica in uno stato di pieno rispetto di Full Cost Recovery e di ricavo certo, vi sono le norme, disattese, che lo impongono.
Non si possono avere un numero impressionante di piani tariffari, in seno all’Ambito, che fanno mancare tanta liquidità al Gestore e chiedere ai Comuni di ripianare. Non è possibile, non è consentito. Non si possono nominare Direttori o componenti del Consiglio di Amministrazione sulla base di calcoli con il “manuale Cencelli” di equilibri di natura politica , quando servono alte e specifiche competenze. Stiamo andando a sbattere ed i conti e le proiezioni sui bilanci ne danno una amara testimonianza. Se l’obiettivo è quello di riprivatizzare il Servizio, siamo già sulla buona strada. Inoltre, la cosa più intollerabile è rappresentata dal fatto che, statutariamente, l’Azienda dovrebbe rendicontare con cadenza semestrale e con apposita relazione cosa è stato fatto, cosa si deve fare e lo stato di salute dell’Azienda. Il 2 luglio prossimo venturo, Aica “festeggerà” il suo secondo compleanno e nessuna relazione è mai stata inviata ai Consigli Comunali e a parte qualche rara eccezione, nessun Consiglio Comunale ne ha mai fatto richiesta, a parte Sciacca e Licata, mi pare. Siamo di nuovo in emergenza idrica, per basso livello degli invasi ed a parte qualche incontro sporadico, qua e la, non ci si è posti il problema di come affrontare in maniera strutturale e definitiva il problema. Ho l’impressione , che chi sta attualmente governando il SII lo stia facendo sotto il principio di “ questo servizio è cosa nostra”, manifestando tutto il proprio fastidio e disappunto contro chi chiede trasparenza e chiede solo di essere ascoltato e di essere messo al corrente, perchè conscio che il “servizio è cosa di tutti i cittadini”, a prescindere dai colori e dalle appartenenze e vuole dare il proprio apporto per migliorarlo. Quando si “sveglieranno”, sia i cittadini/utenti, sia i Consigli Comunali, che chi governa il Servizio, speriamo non sia troppo tardi, per mantenere il servizio in mani interamente pubbliche e soprattutto che la voragine di debiti accumulati non spingerà al dissesto finanziario molti altri Comuni che al momento sono distratti da altre faccende.