Il problema è l’eccessivo costo del servizio in riferimento alla sua qualità e al reddito dei cittadini.
Il centrodestra ha cercato di porre rimedi poco produttivi come le modifiche del regolamento per quanto riguarda le seconde case dove adesso si prevede un solo abitante, mentre prima della modifica il numero delle persone che costituiscono il nucleo familiare veniva ripetuto anche nelle seconde abitazioni. Ad esempio se nella prima abitazione c’era un nucleo di 4 persone, lo stesso era considerato nella seconda abitazione.
La modifica appare giusta sotto tutti i profili, ma non tiene conto che alla fine della fiera il costo totale del servizio è integralmente a carico dell’utenza e ciò che si taglia dalle seconde case ricade inevitabilmente sulle prime.
Oggi quella modifica si chiama squilibrio di circa 500mila euro che sommato all’adeguamento in aumento di 140mila euro rende drammatica la situazione. Di queste cifre ha parlato ieri in consiglio comunale la dirigente dei tributi del Comune.
Detto questo, sembrerebbe essere una contraddizione, ma in realtà non lo è affermare che, nonostante tutto, il centrodestra ha fatto bene a mettere le mani sul regolamento Tari e ad opporsi a qualsiasi aumento della tassa.
Ipotizziamo, infatti, una diversa situazione, come quella auspicata dall’amministrazione Palumbo e dal centrosinistra, di un’opposizione silenziosa e asservita, ecco in questa ipotesi non si parlerebbe di Tari e già nella seduta del 3 maggio scorso la proposta di Palumbo dell’adeguamento in aumento di 140mila euro sarebbe stata approvata. Almeno se ne parla e non solo. La Tari ha sollevato l’altro problema dell’ingovernabilità di Favara causata dai muri che si sono alzati tra l’opposizione e l’amministrazione comunale.
L’attuale arroccamento sulle diverse posizioni non porta alcun beneficio e solo danni ai cittadini.
A tal proposito dopo aver parlato del centrodestra, diamo spazio al centrosinistra, ai consiglieri Pasquale Cucchiara e Salvatore Bellavia che “esprimono l’ennesima insoddisfazione per l’annunciata bocciatura delle tariffe TARI 2023″.
Purtroppo, ancora una volta, le spiegazioni e le delucidazioni dell’amministrazione, della dirigente e dell’assessore al ramo sono risultate vane. Il consiglio comunale si è trincerato su posizioni che dimostrano confusione e scarso senso di responsabilità dato che il tanto indesiderato adeguamento delle tariffe è, praticamente, inevitabile perché è previsto dal piano economico finanziario votato dal consiglio comunale l’anno scorso”.
Per il centrosinistra è un fatto scontato, non lo è per il centrodestra. E non è roba di poco come non è il perdere tempo su azioni importanti come la bollettazione della Tari.
Non c’è dialogo e a dirlo sono tutti gli attori del Palazzo di piazza Cavour.
Che si fa? In questi casi la soluzione onesta è quella di lasciare il Palazzo e di tornarsene a casa, ognuno dei protagonisti a badare alle proprie cose. Trascorsi due anni dall’insediamento si può presentare la mozione di sfiducia al sindaco e porre fine al continuo e stancante, per i favaresi, braccio di ferro.
L’altra strada è il confronto serrato, tra l’amministrazione, maggioranza, opposizione e “popolo” per diminuire i costi del servizio