La presidente Miriam Mignemi ha convocato il Consiglio Comunale in sessione ordinaria per il prossimo giorno 30 maggio alle ore 19:30, con un unico punto all’ordine del giorno: Determinazione tariffe TARI anno 2023.
Ha una storia travagliata la proposta di adeguamento TARI 2023 già bocciata il 3 maggio scorso con 13 no, 6 astenuti e 3 voti favorevoli ed è stata ancora una volta non approvata il 19 maggio con 10 voti contrari, 3 favorevoli, 2 astenuti.
Il prossimo giorno 30 ritorna nell’aula Falcone Borsellino, quando immutate sembrerebbero le posizioni del centrodestra e del centrosinistra.
L’opposizione che ha i numeri in Consiglio comunale considera improponibile qualsiasi aumento della Tari. La maggioranza che conta pochi consiglieri ritiene la proposta, seppure gravosa per i cittadini, un atto dovuto già previsto nell’approvazione del Pef avvenuta l’anno scorso. Ritiene, anche, che qualsiasi ritardo nell’approvazione fa slittare i tempi della bollettazione Tari con prevedibili effetti negativi nel pagamento delle fatture alle aziende che gestiscono il servizio.
La proposta ritorna per la terza volta perché può essere approvata entro il mese di maggio salvo proroghe che non dipendono, ovviamente, dal Comune di Favara.
Gli umori, intanto, sono esattamente identici a quelli del 3 e del 19 maggio: il centrodestra è pronto al no all’adeguamento in aumento della tassa sui rifiuti.
Il fatto nuovo che potrebbe sbloccare la situazione potrebbe essere l’impegno da parte dell’amministrazione comunale a rivedere i costi del servizio e a migliorare la raccolta differenziata per arrivare almeno al minimo previsto del 65% sul totale del conferimento. La soglia del 65% consentirebbe l’accesso ai benefici previsti per i Comuni virtuosi e direttamente ad un risparmio considerevole sui costi delle discariche, considerando ogni diminuzione di indifferenziata come un diretto aumento della quantità di differenziata nelle tipologie di plastica, carta, cartone, ferro e lattine che non hanno un costo, ma un ricavo.