Gaetano Scorsone
Oggi, 1 giugno, mentre all’Ist. Comp. “A. Camilleri” si dibatteva sull’importanza del linguaggio e della comunicazione per un corretto e costruttivo confronto, e a Bruxelles una delegazione dell’Ist.Comp. “Falcone Borsellino” visitava le sedi istituzionali dell’Unione Europea, presso il Castello Chiaramonte si è proceduto alla consegna ufficiale della maxi tela realizzata dall’Accademia Comunale Arte, Cultura e Legalità del Maestro Vincenzo Patti ai Dirigenti della Protezione Civile Regionale di Agrigento. Un cerimoniale all’insegna di una sobrietà densa di riflessioni, buoni propositi, testimonianze, emozioni e preghiere. Ad accogliere l’Ing. Calogero Crapanzano e l’Ing. Carmelo Arcieri della Protezione Civile il Sig. Sindaco, Antonio Palumbo, il Maestro Vincenzo Patti accompagnato dal validissimo Lillo Todaro e da alcuni collaboratori dell’Accademia, don Salvo Casà per la comunità ecclesiale cittadina, la bravissima Giusy Moscato nella doppia veste di presentatrice e di rappresentante dell’Ist. Comp. “G. Guarino”, le rappresentanze di alcune Scuole cittadine condotte dai Referenti per la Legalità – Prof.ssa Giada Attanasio per il Liceo Statale “M.L.King”, l’Ins. Franca Distefano per l’Ist. Comp. “V. Brancati” e il Prof. Angelo Alba per l’Ist. Comp. “Falcone Borsellino”- i rappresentanti di alcune sigle dell’Associazionismo e del Volontariato cittadino ( fra cui l’A.I.D.O. Comunale, la Croce Rossa Italiana, l’Unitrè ), e lo scrivente. Secondo una scaletta frutto della professionalità di Giusy Moscato si sono succeduti i vari interventi, lasciando lo spazio per delle domande di alcuni studenti che hanno approfittato dell’occasione per conoscere meglio la Protezione Civile Regionale e i suoi importanti e quanto mai delicati campi d’azione. Don Salvo Casà ha poi raccolto delle intenzioni di preghiera spontaneamente espresse che hanno fatto da partecipato prologo alla benedizione della tela. La consegna ufficiale ha predisposto tutti per la foto ricordo e per i saluti finali. Una stimolante esercitazione di partecipazione attiva e di spirito di appartenenza comunitaria condotta con maturità, impegno e senso del dovere dalla quale cominciano ad emergere i risultati di un processo di cambiamento già in atto da diversi anni e che progressivamente sta trasformando Favara in una comunità più consapevole delle proprie potenzialità e decisamente più determinata a raggiungere quelle conquiste e quel ruolo che i suoi talenti sono in grado di assicurarle. E se tanto è stato fatto, tantissimo si potrà ancora fare soprattutto con il contributo di quanti, sino adesso, si sono mantenuti al di fuori di queste attività volte a rivitalizzare il sano orgoglio favarese e il desiderio di riscatto della nostra comunità.
Le porte dell’impegno civile, infatti, sono lasciate appositamente aperte perché chi sentisse la spinta a mettersi in gioco possa trovare l’abbraccio fraterno di chi, da tempo, lo sta pazientemente e fervorosamente aspettando.