Da sedici anni sopportano il ritardo nel pagamento degli stipendi. Il Comune non paga regolarmente le aziende, perché incassa circa il 40 per cento della Tari, e le aziende pagano i dipendenti quando ricevono i mandati dall’amministrazione comunale, cosicché sono i lavoratori a subire il peso maggiore di un sistema al collasso. Alle imprese il Comune paga gli interessi moratori per il ritardato pagamento, recentemente, per un importo di 140mila euro, e ai dipendenti?
Questa la loro lettera alla città.
“Le nostre scuse alla città per i disagi che stiamo causando involontariamente quando desideriamo solo difendere il sacrosanto diritto alla normale retribuzione degli stipendi da sedici lunghi anni pagati sempre con ritardo, nella migliore delle ipotesi, di almeno due mesi. Viviamo con le nostre famiglie una situazione molto difficile economicamente essendo quasi tutti monoreddito. Molte sono le rinunce e molte le umiliazioni. Da sedici anni viviamo la condizione di perenni debitori. Non abbiamo più credito presso le banche, parenti, amici. Non abbiamo chi ci aiuta perché per tutti abbiamo un lavoro e un reddito, mentre in realtà abbiamo un lavoro e non un reddito, perché i ritardati pagamenti lo hanno azzerato. Noi siamo i lavoratori e non siamo l’azienda. Non siamo noi che dobbiamo correre il rischio d’azienda ed invece da tanti e troppi anni siamo noi a sopportare i danni dei rapporti tra il Comune e le imprese. E incerto è il futuro del servizio e quello lavorativo perché vanno incontro al totale collasso. Ecco, noi ci scusiamo con tutti i favaresi e li ringraziamo per la loro solidarietà”.
Foto d’archivio