Si tratta di circa trenta ettari di terreno, con produzione di frumento, che sono andati in fumo, arrecando gravi danni alla cooperativa Rosario Livatino-Libera terra di Naro .
Potrebbe essere considerato uno dei tanti incendi che d’estate divampano nelle campagne siciliane se non fosse l’ennesimo che colpisce la cooperativa che gestisce questi terreni, in contrada Gibbesi, nel territorio di Naro, un tempo appartenuti ai fratelli Guarneri, uomini d’onore del clan di cosa nostra di Canicattì.
I terreni furono conferiti dall’Agenzia dei Beni Confiscati alla mafia al Comune di Naro che, nel 2015, li assegnò alla cooperativa di produzione e lavoro Rosario Livatino-Libera terra di Naro, per il tramite del consorzio agrigentino per la legalità e lo sviluppo, poi cessato pe scadenza del termine di costituzione ed oggi di nuovo in corso di formazione, con la partecipazione dei Comuni che allora lo parteciparono con buoni risultati.
Si stima che il danno provocato alla cooperativa, i cui soci sono in gran parte agricoltori di Naro, ammonti a non meno di venti mila euro, ma dati i precedenti, per fortuna la cooperativa aveva provveduto ad assicurare le coltivazioni contro il rischio incendio che era coperto da assicurazione.
Ci sono intanto indagini in corso per stabilire se l’incendio è doloso, mentre il sindaco di Naro Mariagrazia Brandara ha rilasciato in proposito la seguente dichiarazione: ”Siamo vicini alla Coop “Livatino-Libera Terra” ma credo che le parole non bastino davvero più. E’ possibile pensare che, ciclicamente, quella che è oggi l’unica realtà creata sui terreni confiscati alla mafia, possa rimanere ostaggio dei violenti?”