Il 28 giugno scorso sono stati incendiati circa 30 ettari di terreni coltivati a grano e gestiti dalla cooperativa Libera Terra-Rosario Livatino di Naro. Terreni confiscati alla mafia, come altri, ed assegnati a cooperative di giovani agricoltori, come questa coop narese intestata al giudice canicattinese barbaramente ucciso dalla mafia il 21 settembre del 1990.
Una cooperativa che gestisce i terreni confiscati dal 2015 e che ha dovuto fare i conti con altri spiacevoli incidenti del genere: nel giugno 2020, quando sono andati a fuoco circa 10 ettari di terreno coltivato a grano; nel novembre 2020, quando i terreni sono stati invasi abusivamente e poi occupati stabilmente da un gregge di oltre mille pecore e sono dovute intervenire le forze dell’ordine per lo sgombero; nel giugno dell’anno scorso, con due roghi a distanza di pochi giorni; e quest’anno, come a suo tempo documentato dal nostro quotidiano online.
Adesso, il prefetto di Agrigento, Filippo Romano, si è recato in contrada Gibbesi, in territorio di Naro, per fare visita al presidente della cooperativa Giovanni Lo Iacono e agli agricoltori soci della cooperativa Libera Terra-Rosario Livatino, proprio nella sede dei terreni recentemente incendiati.
Il prefetto è stato accompagnato dal tenente colonnello Vincenzo Bulla, a capo del reparto operativo del comando provinciale dei carabinieri di Agrigento, dopo che venerdì scorso aveva presieduto una riunione del comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, dedicato alle intimidazioni subite dalla cooperativa Libera Terra-Rosario Livatino.
“La presenza sul territorio” -ha dichiarato il prefetto Filippo Romano– “è il solo antidoto alle prepotenze che colpiscono i più deboli e i più esposti”.
“Nei limiti del possibile, pur condizionato dalle forti necessità di impiego delle forze di polizia sul fronte dell’immigrazione, cerchiamo di rinforzare i presidi in aree anche molto remote” – ha aggiunto.
“Stiamo valutando l’impiego di strumenti tecnologici alternativi, mentre i carabinieri continuano ad assicurare una presenza capillare che è tradizionale e sarà rinforzata anche dall’impiego delle unità dell’operazione ‘Strade Sicure’ ”- ha concluso il prefetto di Agrigento.