Nelle more di reclutare medici argentini, medici in quiescenza, etc…, l’ASP di Agrigento opera pesanti restrizioni in alcuni reparti degli ospedali di Agrigento, Canicattì e Licata.
Nell’ospedale di Agrigento, sono state accorpate le reperibilità per i reparti di Medicina e Lungodegenza, sospendendo la guardia attiva notturna dei dirigenti medici che, di notte, saranno a turno reperibili.
Inoltre, di giorno, la guardia attiva per l’assistenza medica ai degenti nell’astanteria del pronto soccorso verrà effettuata da dirigenti medici del reparto di Medicina appositamente individuati.
Nell’ospedale di Canicattì, invece, sono stati sospesi i ricoveri presso l’Unità di Terapia Intensiva Cardiologica ed inoltre è stata sospesa in Cardiologia non solo la guardia notturna attiva, ma anche quella festiva, per essere sostituite con turni di reperibilità a cui dovranno sottoporsi i dirigenti medici del reparto.
Nell’ospedale di Licata infine viene sospesa la guardia attiva notturna e festiva nei reparti di Medicina e diCardiologia che vengono accorpati ai fini del servizio di reperibilità che sostituisce quello delle guardie attive sospese; inoltre, tutti i pazienti con urgenze cardiologiche, ove non gestibili nel P.O. di Licata, verranno subito trasferiti al pronto soccorso dell’ospedale San Giovanni di Dio.
Tra queste operazioni di sospensione, fermo restando che avranno tutte una loro valenza negativa per i livelli essenziali di assistenza, la più grave riguarda senz’altro la chiusura dell’Unità di Terapia Intensiva Cardiologica, che del resto è l’unico reparto di terapia intensiva del Barone Lombardo. Reparto che nel territorio distrettuale (Comuni di Canicattì, Naro, Camastra, Castrofilippo, Grotte, Racalmuto, Campobello di Licata e Ravanusa) è stato sempre molto apprezzato. Così come è stato frequentemente fruito e notevolmente apprezzato anche dai pazienti di altri Comuni vicini dell’agrigentino e, persino, del nisseno (per esempio, Delia, Serradifalco e Sommatino).
D’altra parte, grazie all’Unità di Terapia Intensiva Cardiologica dell’Ospedale di Canicattì sono state salvate nel tempo tante vite umane a pazienti del territorio distrettuale e non.Perché proprio a Canicattì sono state prestate le prime tempestive immediate cure d’assistenza cardiologica ai pazienti con urgenze cardiologiche gravi, i quali sono stati così stabilizzati prima del trasporto nell’emodinamica di Agrigento, dove poi effettuare gli interventi di angioplastica.
A questo punto, sorge un interrogativo: ma davvero non c’era la possibilità di una migliore e più razionale strategia (magari temporanea) di riorganizzazione dei servizi sanitarie di distribuzione del personale dirigente medico tra i vari nosocomi dell’ASP?