E’ stata sospesa l’interdittiva antimafia nei confronti della societò cooperativa che gestisce il ristorante-pizzeria Cibus in località Tre Fontane, nel territorio di Campobello di Mazara.
L’interdittiva era stata emessa dalla Pefettura.UTG di Trapani poichà la coop è amministrata da Franca Lanceri, sorella di Morena, vivandiera del boss Mattero Messina Denaro.
Adesso e sino al giudizio di merito, il ristorante-pizzeria può riaprire i battenti.
La sentenza definitiva stabilirà se il ristorante potrà restare aperto anche in seguito.
Ma veniano ai fatti sin dall’inizio.
Con ricorso innanzi al Tar di Palermo la signora Franca Lanceri ha chiesto l’annullamento del provvedimento interdittivo antimafia adottato dalla Prefettura-U.T.G. di Trapani nei confronti della società (da lei amministrata) che gestisce il ristorante-pizzeria.
Con lo stesso ricorso, inoltre, ha avanzato istanza per ottenere la previa sospensione, in via cautelare, dell’informativa medesima.
In pratica, la Prefettura-UTG di Trapani aveva disposta un’interdittiva nei confronti della società di ristorazione, poiché la titolare della società era sorella della vivandiera del boss Matteo Messina Denaro.
Il Tar di Palermo ha respinto l’istanza cautelare proposta dalla titolare della società di ristorazione, la quale ha peranto dovuto proporre appello cautelare innanzi al Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Sicilia, con il patrocinio degli avvocati Girolamo Rubino e Calogero Marino.
In particolare, gli avvocati Rubino e Marino hanno dedotto l’erroneità della ordinanza cautelare di primo grado sia perchè emessa in violazione delle garanzie espressamente riconosciute dalla novelle legislativa del 2021 sia perché non comprovava il rischio di condizionamento mafioso nei confronti della società cooperativa.
Ebbene, il Consiglio di Giustizia Amministrativa ha accolto l’appello cautelare proposto dalla signora Franca Lanceri, ritenendo plausibili le doglianze mosse dagli avvocati Girolamo Rubino e Calogero Marino avverso il provvedimento interdittivo ed ha pure ordinato al TAR di Palermo la sollecita fissazione dell’udienza di merito.
Grazie a questa pronuncia del CGA, l’imprenditrice potrà riprendere la propria attività di ristorazione nelle more nell’udienza pubblica con cui il TAR di Palermo si esprimerà nel merito sulla vicenda.