Doveva prendersi cura dell’anziano Michelangelo Marchese, 89 anni di Palma di Montechiaro, ma la badante prima lo legò ad una sedia e poi lo uccise dentro casa per sottrargli pochi spiccioli e l’automobile. La seconda sezione della Corte di Assise di Appello di Palermo, presieduta dal giudice Angelo Pellino, ha condannato Dana Mihaela Nicoletta Chita, 29 anni, badante romena, per l’omicidio di Michelangelo Marchese, confermando la sentenza di primo grado della Corte di Assise di Agrigento che aveva già concesso le attenuanti generiche all’imputata che le hanno evitato la condanna all’ergastolo. La donna, difesa dall’avvocato Angelo Asaro, dovrà anche risarcire ciascuna delle parti civili, che si sono costituite con la rappresentanza degli avvocati Vito Cangemi e Giuseppe Fabio Cacciatore.
Disposta anche l’espulsione dal territorio italiano una volta finito di scontare la pena.
Il brutale omicidio si è consumato in un appartamento in via Pietro Attardo. Era l’11 luglio 2020. Il cadavere di Marchese fu ritrovato dai carabinieri con mani e piedi legati. Dell’uomo non si avevano notizie da alcuni giorni così sono intervenuti i vigili del fuoco appositamente giunti da Licata. Quando hanno aperto la porta d’ingresso Marchese giaceva, legato, senza vita. Già una prima ispezione del medico legale nell’immediatezza dei fatti aveva escluso la morte naturale. L’autopsia, poco dopo, aveva confermato l’omicidio.
Le indagini, condotte dai carabinieri della Compagnia di Licata, e dai militari della stazione di Palma di Montechiaro, si sono fin da subito concentrate sulla badante dell’anziano che era stata pure sentita subito dopo il delitto ma aveva negato ogni coinvolgimento nell’omicidio.