AGRIGENTO – La procura generale di Palermo ha chiesto la conferma delle 17 condanne nel processo di Appello scaturito dalla maxi inchiesta «Demetra», l’indagine che ipotizza un giro di aziende false e attestazioni fittizie con lo scopo di truffare Inps e Inail al fine di ottenere dagli enti l’erogazione di indennità di disoccupazione per lavoro mai svolto o indennizzi per infortuni inesistenti.
Il blitz scattò nel giugno 2013 con l’arresto di sei persone. A più di dieci anni di distanza dai fatti il processo di secondo grado si avvia verso la conclusione. L’indagine ha avuto al centro alcune aziende fantasma (la più grossa sarebbe stata la “Demetra”, riconducibile a Lo Presti) attraverso le quali, sostiene l’accusa, si mettevano in piedi rapporti di lavoro fittizi che servivano poi per ottenere consistenti indennità di disoccupazione oppure indennizzi da infortuni che venivano simulati con la compiacenza di medici infedeli. Gli enti sarebbero stati indotti, fraudolentemente, ad erogare indennizzi indebiti a fronte di inesistenti infortuni lavorativi ed altrettanto indebite indennità di disoccupazione.
Il tribunale di Agrigento lo scorso anno aveva disposto 17 condanne mentre la prescrizione aveva salvato 34 imputati. La pena più alta era stata inflitta al personaggio chiave dell’intera inchiesta: 7 anni di reclusione, e l’interdizione dai pubblici uffici per la durata di 5 anni, all’ex consigliere provinciale Giuseppe Vincenzo Terrazzino. A quest’ultimo gli fu confiscato un tesoro dal valore di 1,5 milioni di euro tra immobili, rapporti bancari, polizze assicurative, automobili e moto.
Ora la Procura generale chiede la conferma anche degli altri verdetti: Giorgio Lo Presti, 6 anni e 10 mesi di reclusione; Salvatore Conti, 6 anni e 8 mesi di reclusione; Salvatore Russo, 5 anni e 6 mesi di reclusione; Fabrizio Santamaria, 3 anni e 10 mesi di reclusione; Giuseppe Gangarossa, 3 anni e 6 mesi di reclusione; Salvatore Tortorici, 3 anni e 6 mesi di reclusione; Giacomo Giuca, 3 anni e 8 mesi di reclusione; Carmelo Colombo, 1 anno e 8 mesi di reclusione; Giovanni Salemi, 1 anno e 8 mesi di reclusione. Infine 1 anno e 6 mesi di reclusione a: Jessica Giglio, Angelo Ruben Arrigo, Michele Baldarelli, Aymen Merdassi, Francesco Di Grado, Cristian Giardino, Ernesto Lo Presti.
In primo grado era stato dichiarato il non doversi procedere, per intervenuta prescrizione, nei confronti di 34 persone: Francesco Di Stefano, Leonardo Diana, Giuseppe Valenti, Antonio Volpe, Gerlando Salemi, Fabio Sorrentino, Maurizio Sorrentino, Francesco Sacco, Salvatore Lo Vetro, Francesco Agnello, Giovanni Trupia, Michele Trupia, Calogero Sammartino, Calogero Seddio, Elia Adriani, Calogero Adriani, Domenico Cimino, Calogero Donato, Salvatore Donato, Angelo Gangarossa, Giuseppe Lombardo, Mario Lombardo, Calogero Lombardo, Emanuele Lombardo, Giacomo Lombardo, Gioacchino Barrale, Alfonso Cumella, Salvatore Mazza, Alessandro Termini, Gerardo De Rosa, Giovanna Frenna, Khemaies Balghaj, Laida Mohamed Ben Ali, Gerlando Sanfilippo.