Nessuna novità, se non quella dell’ordinanza sindacale di star lontano dagli argini del torrente Mancuso, luogo di avvistamento del coccodrillo.
Sì, Dino Zimpardo, sindaco di San Giovanni Gemini, ha emesso un’ordinanza contingibile ed urgente col divieto assoluto di recarsi in prossimità del torrente Mancuso, luogo di avvistamento del presunto rettile.
Nell’ordinanza, il coccodrillo è diventato presunto rettile, ma la presunzione non fa abbassare il livello di guardia. Pertanto, il sindaco impone a chiunque lo avvisti di informare immediatamente le autorità competenti e, in primis, i carabinieri e il corpo forestale.
Non solo. L’ordinanza prescrive testualmente il divieto assoluto di alimentare, cacciare e/o catturare l’esemplare di cui trattasi, trattandosi peraltro di specie protetta.
Quindi, il coccodrillo -di cui si continua tantissimo a parlare- da presunto rettile diviene esemplare di specie protetta.
Tutto è iniziato due settimane fa, quando un cacciatore ha lanciato l’allarme per la presenza di un coccodrillo che si trascinava lungo l’argine del torrente Mancuso che da il nome all’omonima contrada di campagna in territorio di San Giovanni Gemini.
Il cacciatore ha pure scritto all’ASP di Agrigento per informarla dell’avvistamento ed è stato sentito da autorità civili e militari che hanno fatto scattare le ricerche, palmo dopo palmo nelle vicinanze del torrente e addirittura anche con i droni del corpo forestale.
Ma del coccodrillo sinora non c’è traccia. Nessuna traccia.
Ma come sarebbe finito un coccodrillo (o caimano, varano o iguana) nel territorio agrigentino, dal momento che le campagne agrigentine e in genere quelle siciliane non hanno mai costituito un habitat consono a questo genere di fauna?
Anche questo è un bell’interrogativo!
Nell’agosto del 2015, un fatto simile è avvenuto nelle Marche, alla foce del fiume Chienti a Civitanova, in provincia di Macerata. Qui, l’avvistatore non è stato un cacciatore, ma un istruttore di canoa. Sono stati chiamati in causa il corpo forestale, i vigili del fuoco, gli erpetologi. Alla fine, le ricerche sono state abbandonate, in quanto molto dispendiose, con il proposito di riprenderle qualora ci fossero stati altri avvistamenti.
Ma di altri avvistamenti non ce ne sono poi stati.