La Consulta di AICA
il Presidente Alvise Gangarossa
“Una piacevole sorpresa apprendere dalla stampa che l’impegno di ATI, per bocca del suo Direttore Generale, sarà profuso nel debellare finalmente la cattiva pratica della tariffazione forfettaria, illegittima fin dal lontano 1994, che molte polemiche ha sollevato anche tramite la stessa Consulta. Siamo pienamente d’accordo con il Direttore quando egli afferma che ARERA non ammette tariffazione a forfait e che la stessa ARERA con delibera 218 del 5/5/2016 sancisce l’obbligo di installazione, manutenzione e verifica dei contatori. Su questa base la Consulta ha persino diffidato ATI e AICA alla correzione di questa anomalia tutta agrigentina, che oltre a poter causare procedure di infrazione dalla stessa ARERA nei confronti di AICA, provoca una continua perdita di denaro al gestore pubblico. Si afferma che entro giugno 2024 saranno installati 25.000 contatori a chi ne è sprovvisto, saranno sostituiti altri 96.000 contatori, per un totale di circa 121.000 contatori in circa sei mesi e che la volontà politica di arrivare a questo risultato, in seno all’assemblea dei sindaci, non è mai stata più ferrea.
Ci si chiede però come mai, se è da 30 anni che la normativa NON AMMETTE la tariffazione forfettaria, siano arrivati fino ad AICA un numero intollerabilmente alto di utenze forfettarie, che portano un considerevole ammanco al conto economico del gestore? Ci si chiede come mai la consegna dei lavori è ora stata prorogata di altri 9 mesi dopo che la prima data di ultimazione, prevista per dicembre 2023, è apparsa anche ai non addetti ai lavori obbiettivamente irrealizzabile?
Siamo soddisfatti nell’apprendere che, al tempo perso e agli introiti di due anni fatti mancare ad AICA, si porrà efficace rimedio e che all’ennesimo annuncio, seguiranno i fatti. Gli uffici ATI si sono adoperati per ottenere una proroga ad un progetto altrimenti morto sul nascere, visto un cronoprogramma iniziale insostenibile. Peccato che le proroghe non ripagano dei mancati incassi, al massimo mantengono i finanziamenti, con il rischio di diventare incapienti per la variazione al rialzo dei prezzi, come già avvenuto per il rifacimento della rete idrica di Agrigento. Non si offendano in ATI se però nutriamo seri dubbi sulla riuscita di questa operazione. Non possiamo considerare fattibile un piano che comporti in sei mesi, quindi in 132 giorni (sabati e domeniche esclusi) l’installazione di 121.000 contatori, ossia 916,6 contatori al giorno (nelle otto ore lavorative). E pazienza se durante la gestione commissariale (periodo nel quale si installavano i contatori e si cercavano gli abusivi, con AICA non è più avvenuto) squadre di 10 persone non sono mai andate oltre l’istallazione di 2500 contatori in un anno. Va inoltre considerata la distinzione tra la sostituzione e la nuova installazione che deve farsi presso le utenze forfettarie, dove può essere un problema persino trovare il tubo di allaccio. Questo comporta, da sempre, la possibilità per una squadra da due persone di riuscire a installare anche soli due contatori al giorno, tre se si è fortunati.
E rimangono fuori da ogni attuale considerazione sia la parte dei collaudi tecnici, sia le ricadute sul piano amministrativo, connesse con l’installazione di decine di migliaia di strumenti di misura: redazione di verbali di installazione, sottoscrizione dei nuovi contratti di fornitura a misura, realizzazione di attività esclusivamente su appuntamento, tutto come previsto da altre deliberazioni ARERA e garantito dal Regolamento di Utenza e dalla Carta del Servizio Idrico.
Fuori da ogni ironia e sinceramente interessati a come verrà portato a termine il progetto, non possiamo non chiederci quali siano state le attività di ATI nell’incentivare le doverose attività di controllo svolte dal gestore, propedeutiche all’installazione dei misuratori, o se piuttosto tale attività non sia stata gravemente carente, così determinando la fruizione irregolare del servizio idrico integrato da parte di utenti “sommersi”, in danno agli utenti regolari che pagano tariffe altissime, a fronte di ben note ed evidenti carenze.
Quel che è certo è che il nuovo gestore pubblico ha sospeso il servizio interno di verifica e controllo sui prelievi illegali di acqua, facendo così un oggettivo regalo agli abusivi, per il quale ancora si attende una seria presa di posizione da parte di ATI, perfettamente al corrente delle evidenti disparità di trattamento e dei doveri in capo ad ogni gestore di un servizio pubblico, rispetto alla tempestiva segnalazione di eventuali fatti di reato all’autorità giudiziaria.
Attendiamo, per tutto quanto sopra, notizie circostanziate relative all’attività di repressione degli abusi, nonché alla eventuale realizzazione di “nuovi allacci” in assenza di preventiva attività di verifica e comunicazione all’autorità giudiziaria, ossia di vere e proprie “sanatorie” non previste dalla legge per tali fattispecie”.