Per la Consulta di AICA il Presidente Alvise Gangarossa
“Con una PEC inviata alla Consulta in data 11 ottobre, AICA notifica alla scrivente la delibera n.19 del C.D.A. 28/07/2023 con allegati il bilancio consuntivo del 2022 e la relazione del Collegio dei Revisori dei Conti. Risulta mancante la documentazione relativa al Piano Programma 2023/2025 che la Consulta ha l’esplicito compito statutario di conoscere per vigilarne l’effettiva attuazione e il relativo bilancio previsionale del quale abbiamo appreso sommariamente i contenuti a mezzo stampa. Inoltre con specifica richiesta di accesso agli atti del 22/3/2023, mai riscontrata, si chiedeva l’invio del budget pluriennale e delle Relazioni semestrali sul livello dei servizi erogati e sulla gestione complessiva dell’Azienda (visto art.48 dello Statuto).
In attesa di ricevere la documentazione completa per poter programmare un prossimo incontro con il Consiglio di Amministrazione si trasmettono alcune considerazioni della Consulta sui risultati del Bilancio Consuntivo 2022.
– Considerazioni preliminari –
L’approvazione del Bilancio Consuntivo del 2022 è maturata con notevole ritardo rispetto ai tempi previsti dallo statuto e al termine di un anno obiettivamente molto difficile per il gestore, nel quale è stato defenestrato il precedente C.D.A., è stato nominato un nuovo Direttore Generale, è stato nominato un commissario straordinario che facesse le veci del C.D.A. nelle more che l’assemblea ne nominasse uno nuovo, fino alla recente nomina dell’attuale C.D.A. con il quale la Consulta ha avuto due incontri (precedenti all’approvazione del Bilancio 2022). Con la consapevolezza delle difficoltà occorse ad un’azienda rimasta per lungo tempo senza una direzione chiara e senza un controllo reale sulle proprie attività, la Consulta ha avanzato le sue proposte per il risanamento dell’azienda, anche nell’ottica di mitigare le perdite di bilancio già note per l’anno 2022. E’ con rammarico che affermiamo come il risultato di bilancio 2022 (perdita lorda di 4,5 milioni di Euro) non sia sorprendente, ma sia gravemente deludente per i motivi che andiamo di seguito ad elencare.
Continuità nelle inefficienze tra il 2021 e il 2022 –
Il bilancio 2022 sembra essere in perfetta continuità con il bilancio consuntivo prodotto per i cinque mesi del 2021. L’aggravante per il 2022 consiste però nel fatto che le criticità riscontrate nel 2021 con una perdita di 1,3 milioni di Euro, non siano state adeguatamente affrontate per tutto l’anno successivo con la conseguenza, ampiamente prevista e prevedibile, che oggi la perdita è di 4,5 milioni. Si badi bene, la perdita effettiva è concretamente di € 4.484.184,00. La riduzione finale a € 3.033.852,00 è un mero artifizio, poiché l’aver appostato nel conto economico (in positivo fra le imposte anticipate) la somma di € 1.450.332,00, recuperabile solo nel caso si producano futuri utili aziendali, ai quali far corrispondere all’attivo un credito verso l’erario per imposte di pari importo, non sarà mai riscuotibile in maniera liquida né compensabile e quindi di nessuna pratica utilità economico finanziaria.
Non si è rilevato in bilancio, all’attivo, l’enorme valore dei beni demaniali tangibili (diversi miliardi di Euro), quali fabbricati, reti, impianti, macchinari ed attrezzature, di proprietà pubblica, concessi ad AICA, il cui inventario non è stato ancora completato. Questa rappresenta una manchevolezza di rilievo, poiché i valori attivi sono rilevanti e non possono essere nascosti.
Inoltre AICA sta beneficiando di un aumento tariffario, stabilito in ATI con delibera n.16 del 12/12/2022, a partire da gennaio 2023, con effetto retroattivo su tutto il 2022. Ci chiediamo se i maggiori proventi derivanti da questi aumenti siano stati compresi nel bilancio 2022 per compensare l’ammontare della perdita per il 2022.
Non riteniamo corretto affermare che anche le perdite di esercizio dell’anno 2022 derivino da un aumento incontrollato del costo dell’energia. Questo poteva essere ammissibile nel 2021 quando i rincari energetici costituivano un elemento di novità e già allora la Consulta ha evidenziato molte volte numerosi elementi di criticità da correggere per compensare i maggiori costi da sostenere. È evidente che per tutto il 2022 non è stata affrontata la questione energetica né in modo diretto (installazione impianti fotovoltaici, installazione di impianti di sfruttamento del gas metano, rimodulazione dei rapporti con il gestore dell’energia elettrica…) né in modo indiretto intervenendo nell’ottimizzazione di quelle voci di spesa o di mancato guadagno più volte evidenziate e mai adeguatamente affrontate. Abbiamo comunicato diverse volte che una conduzione del genere avrebbe purtroppo prodotto per il 2022 una perdita fra i 4 e i 5 milioni di euro, ed abbiamo più volte durante il 2022 e anche nel 2023, indicato le adeguate attività che andavano intraprese affinché ciò non avvenisse, rimanendo infine largamente inascoltati.
-AICA non è una start-up-
Le affermazioni di alcuni dirigenti riguardo alla condizione di “start- up” dell’azienda, intesa come un’attività giovane e da avviare, è invero fuorviante e usata per troppo tempo a giustificazione di inadempienze non adeguatamente affrontate, in quanto per start-up s’intende un’azienda di nuova produttività su un settore tecnologico- innovativo; nel nostro caso parliamo di una azienda standard del settore idrico, del quale si conoscono le dinamiche economiche e finanziarie, per nulla innovativo in termini di produzione. Inoltre è rimasta sostanzialmente inalterata l’organizzazione del personale e vi è identicità con le prassi gestionali del precedente gestore.
-Conduzione superficiale e approssimativa –
La conduzione ed amministrazione di AICA risulta piuttosto superficiale, tenuto conto anche delle tariffe applicate (sulle quali sussistono forti dubbi di legittimità), non essendo tra l’altro attuata la condizione fondante della delibera di Arera n.218 del 5/5/2016 sugli obblighi di installazione, manutenzione e verifica dei contatori. Le tariffe sono estremamente alte a fronte di un servizio largamente inadeguato. Visto l’andamento del gestore pubblico si ritiene estremamente urgente la correzione delle criticità rilevate per non incorrere in ulteriori danni all’apparato pubblico idrico agrigentino, al bene primario acqua e complessivamente al patrimonio demaniale, verso il quale le istituzioni e i cittadini hanno il dovere di tutela, di rispetto e di custodia. Riguardo alle tariffe applicate, le amministrazioni responsabili di ATI e di AICA devono verificare la pertinenza e precisione dei dati contabili e gli elementi costitutivi, secondo i dettami delle delibere di ARERA, per evitare che altrimenti possa pregiudicarsi l’equilibrio economico finanziario della gestione, come purtroppo sta avvenendo e per evitare che dette amministrazioni possano risultarne responsabili.
-Necessario un piano di riorganizzazione del personale-
Così come risulta evidente, ma è bene ribadirlo, il fatto che un’azienda che presenta questa perdita ha come priorità il riequilibrio delle entrate con le uscite, dunque il ridimensionamento di alcune voci di spesa individuabili come sprechi o come voci ottimizzabili. In quest’ottica risulta difficilmente comprensibile l’approvazione, da parte dell’ing. Scalia in qualità di commissario straordinario, di un piano di riorganizzazione del personale che prevede addirittura l’assunzione di nuovo personale, quando vi è al contrario, l’urgenza di ottimizzare e riorganizzare le cospicue risorse interne, valorizzarne le competenze e apportare delle modifiche alla pianta organica sulla base di un ferreo criterio meritocratico. Se non si procede in questo senso, o peggio, si sceglie di mantenere un personale largamente improduttivo, ricorrendo, per compensarne gli effetti negativi, a risorse esterne e consulenze ben pagate, quest’azienda non ha futuro, mentre con un’adeguata ed efficiente gestione delle entrate delle bollette, ed una riorganizzazione necessaria del servizio, potrebbero eseguirsi gli investimenti nelle reti idriche, fognarie e negli impianti di depurazione dei Comuni. La Consulta si opporrà fermamente a qualsiasi piano del personale che non preveda la riorganizzazione e l’ottimizzazione dei costi, la valorizzazione delle competenze interne anche tramite specifica e continua formazione e la diminuzione del ricorso a consulenze esterne. A titolo esemplificativo, è oggettivamente eccessivo il numero e il compenso degli avvocati esterni, stabilmente contrattualizzati sin dal 2021, pur in assenza di alcun contenzioso pregresso, salvo poi il ricorso ad ulteriori legali per i ricorsi in tema di lavoro.
-Distinguere i programmi di investimento dall’obbligo di pareggio di bilancio-
Va rilevato come nella delibera n.19 del 28/07/2023 il C.D.A. affermi che le perdite di bilancio sono da afferire all’incremento straordinario del costo dell’energia, causa di quello squilibrio finanziario che potrà essere garantito a partire dagli esercizi futuri SULLA BASE DELLA REALIZZAZIONE DEI PROGRAMMI DI INVESTIMENTO. Poi prosegue affermando però che AICA ha l’obbligo di pareggio di bilancio attraverso l’equilibrio dei costi e dei ricavi.
Crediamo sia opportuno fugare il campo da ulteriori equivoci e affermare che la realizzazione del programma di investimento, a breve termine non può costituire alcun programma di risanamento di AICA, vanno dunque intraprese iniziative utili, efficaci e tempestive per raggiungere OGGI l’equilibrio di bilancio a prescindere dai programmi di investimento dei quali probabilmente si potrà beneficiare concretamente tra molti anni. Va segnalato inoltre come il bilancio riporti sotto la voce debiti e sotto la voce crediti complessivamente più o meno la stessa cifra, ovvero circa 27 milioni di Euro. Vi è però da notare come i crediti non sempre sono esigibili e non tutti nell’anno in corso, mentre i debiti costituiscono uscite certe. In questo senso si sollecita con maggiore incisività il ricorso alla riscossione dei crediti in tempo utile secondo norma di legge, nei confronti di tutte le utenze, anche comunali, che risultassero morose.
-Le gravi responsabilità dei Comuni-
Come avvenne nel 2021 anche nel 2022 si registra purtroppo la scarsa collaboratività dei Comuni soci sia in ATI che in AICA, in riferimento non solo ai mancati pagamenti delle fatture per la fornitura d’acqua alle utenze comunali per un ammontare di 2.106.901,03 euro, ma anche riguardo ai cosidetti “disdettati” per i quali dovrebbero garantire l’accesso alle proprie banche dati e sulla questione Voltano e Tresorgenti, mantenuti in piedi illegittimamente da troppo tempo. In riferimento alla condivisioni delle banche dati tra i Comuni e il gestore, ci si chiede come mai AICA non le possieda già dal momento che dal 2020 è entrato in vigore il nuovo metodo tariffario TICSI, IMPOSTO DA ARERA, che prevede il calcolo della tariffa idrica tenendo conto del numero dei componenti del nucleo familiare. Allora viene da chiedersi come AICA abbia elaborato finora le proprie bollette. I cittadini sono stati avvantaggiati o no? Lo stesso Gestore ne ha avuto un vantaggio o meno? Si segnala inoltre come non si sia ancora proceduto alla nomina dei soggetti preposti al controllo analogo e di come non sia ancora stato approvato il piano triennale per la prevenzione della corruzione. I punti appena menzionati, richiamati anche dai Revisori nella relazione allegata al bilancio, rappresentano una parte delle gravi responsabilità dei Sindaci nel cattivo andamento del Gestore.
-Il fallimento del prestito Regionale da 10 milioni di euro-
Si manifesta in tutta la sua evidenza il fallimento dell’iniziativa legata al prestito regionale di 10 milioni di euro ai sensi dell’art.2 comma 1 della L.R. 3 agosto 2021 n.22. Prima di tutto per il numero di Comuni soci aderenti, solo 14 su 35 per un ammontare totale di 4,6 milioni a fronte dei 10 previsti. In secondo luogo, un prestito erogato con queste modalità, con l’obbligo di restituzione da parte di AICA in cinque anni con gli interessi, senza essere vincolato ad un piano di investimenti e in assenza di un programma che rendesse sostenibile la sua restituzione da parte di un’azienda in perdita, ha solamente consentito ad AICA di far fronte alla spesa corrente senza consentire alcun meccanismo di accantonamento per la successiva restituzione. Oggi i Comuni che hanno erogato il prestito pro-quota, pretendono che AICA onori il debito anche ricorrendo alla compensazione delle somme dovute per la fornitura di acqua alle utenze comunali. Purtroppo le somme da compensare non sono equivalenti e AICA ha molti più crediti verso i comuni rispetto ai debiti. C’è da augurarsi che i comuni in questione onorino i propri debiti nei confronti di AICA anche avendo una parte delle somme dovute da compensare.
-Richieste-
Il Bilancio presentato dal Consiglio di Amministrazione relativo all’anno 2022 non è ancora stato approvato dall’assemblea dei soci e non è ancora stato pubblicato ufficialmente; sull’andamento del 2023 nulla ancora viene manifestato o rappresentato, permane quindi una sostanziale opacità nell’operato aziendale, rilevato anche dai Sindaci Revisori. Opacità o per meglio dire oscurità che è necessario eliminare al più presto. Si chiede dunque l’invio tramite e-mail della documentazione richiesta in oggetto per poter programmare un prossimo incontro con il Consiglio di Amministrazione e discutere di un futuro che segni una netta discontinuità con il recente passato, per il bene di AICA e di tutta l’utenza.