Leggere di pedagogia tra handicap e specialità è il titolo del nuovo libro di Francesco Augello, autore eclettico e sempre più sorprendente.
Un testo universitario, uscito per le edizioni La Bussola, di 216 pagine, il cui sottotitolo è assai significativo: Per una scuola in cerca di mediazione e di medialità.
Francesco Augello è poeta e saggista, docente di filosofia e comunicazione, pedagogista e andragogista, con un forte background nella divulgazione informatica e sistemistica.
Nel 2021 ha pubblicato una raccolta di poesie dal titolo E fu un attimo per la casa editrice Kimerik. Una raccolta che penetra la pandemia degli scorsi anni con il piglio emotivo e ad un tempo razionale di chi il covid l’ha vissuto pericolosamente sulla propria pelle, nel gennaio del 2019, poco più di un anno prima della dichiarata ufficialità, mettendo pressoché in crisi i medici dell’unità operativa di Medicina Generale-2 dell’ospedale Luigi Sacco di Milano che con amorevole attenzione lo hanno preso in carico, seppur pressoché impotenti di fronte all’allora inspiegabile quadro clinico.
Oggi, invece, un’esperienza intorno ai contenuti delle discipline proprie, quelle con cui Francesco Augello ha maggiore familiarità, quelle che meglio padroneggia e verso le quali ha spiccate attitudini: la pedagogia, ma anche l’andragogia, e soprattutto la pedagogia speciale e l’interazione con l’informatica e i media.
La pedagogia speciale, probabilmente, fa riferimento alla sfera socio-affettiva prima che a quella meramente cognitiva. Ed è soprattutto questa sfera della pedagogia ad essere intensamente influenzata, forgiata e addirittura trasformata dai media. La sfera socio-affettiva ha sempre maggiormente a che fare con una società sempre più digitalizzata, rapida e liquida, che mette alla prova quotidianamente docenti e famiglie nello sforzo di cogliere comprendere queste accelerazioni, questi cambiamenti.
Ecco, dunque, Leggere di pedagogia tra handicap e specialità che -nell’ottica e nella prospettiva prima cennate- pone i Bisogni Educativi Speciali come pertinenti tutta la comunità che forma ed educa e che deve essere formata ed educata lungo un percorso da comprendere e spiegare in tutti i suoi risvolti velocemente mutevoli e in tutte le esigenze ampiamente variabili.
Freud diceva che “i mestieri più difficili sono nell’ordine il genitore, l’insegnante e lo psicologo”- ci ricorda l’autore. Il quale però aggiunge che –come diceva lo psicologo statunitense Jerome Seymour Bruner–
occorre “adattare una cultura alle esigenze dei suoi membri e di adattare i suoi membri ed i loro modi di conoscere alle esigenze della cultura”.
E in questo processo di adattamento continuo, Francesco Augello colloca la pedagogia, liberandola dagli spazi angusti in cui spesso viene allocata e librandola verso spazi plurimi e illimitati che non possono essere solo quelli della famiglia, della scuola e di altri territori circoscritti, ma devono essere estesi a tutti i luoghi appartenenti alla presenza umana.