Una nota del presidente dell’associazione Fianco a fianco, Giovanni Panepinto, porta alla ribalta, ancora una volta, la richiesta di efficienza e qualità del servizio sanitario in Sicilia e in particolare nella provincia di Agrigento, dove si anela a rientrare o raggiungere gli standard propri della legge istitutiva del servizio sanitario universale.
Già, l’ultimo giorno del mese scorso, a Siculiana, l’associazione Fianco a fianco ha promosso il partecipatissimo convegno sul tema “Le condizioni del sistema sanitario siciliano, oltre le apparenze. Abolire il numero chiuso per le facoltà mediche e paramediche”.
Al convegno sono intervenuti il sindaco di Siculiana, Peppe Zambito; il direttore di Rmk, Massimo D’Antoni; il sindaco di Santo Stefano Quisquina e presidente Ali Sicilia, Francesco Cacciatore; il segretario regionale della Cgil, Alfio Mannino; il vice presidente della commissione Salute dell’Ars, Carmelo Pace; lo stesso presidente dell’associazione Fianco a fianco ed ex parlamentare regionale, Giovanni Panepinto; il deputato regionale del Pd, Dario Safina; il commissario dell’Asp di Trapani, Vincenzo Spera; il commissario dell’Asp di Agrigento, Mario Zappia.
Proprio da questo convegno è partito un grido di dolore per la situazione in cui versa odiernamente la sanità siciliana e, ad un tempo, una richiesta di efficienza e qualità. Richiesta attorno alla quale sembra essersi raccolto un vero e proprio movimento di idee e di persone che vuole superare -come scrive il presidente dell’associazione Fianco a fianco nella nota- “quello che è diventata, nel tempo, la sanità Siciliana, ovvero la leva per le fortune di gruppi politici, di partiti e di parlamentari. E anche di gruppi più o meno leciti, di interessi più o meno leciti”.
Occorre adesso recuperare -rileva Giovanni Panepinto nella nota- i seguenti punti di partenza: “l’assemblea dei sindaci; la necessità di una assunzione di responsabilità dei primi cittadini; la proposta che deve passare anche nella riorganizzazione della rete ospedaliera nei quattro ospedali della provincia; nella necessità di dotare di personale e attrezzature la cosiddetta medicina del territorio; nell’avviare gli ospedali di comunità”.
Inoltre, sempre secondo la nota dell’associazione Fianco a fianco, c’è “un dato ineluttabile, cioè la mancanza di medici, la necessità di abbattere la idiozia del numero chiuso in quanto la selezione la attua la stessa Università, e solitamente la vita”.
Per cui, “emerge la necessità di andare oltre la legge voto approvata dall’Assemblea Regionale i primi di ottobre” -conclude la nota- “ per convincere il Governo nazionale a modificare la normativa sul numero chiuso, ma al tempo stesso, quello di potere fare partire dal basso, oltre che i richiami e gli appelli, anche una forma di mobilitazione con comitati per la richiesta di un referendum per abolire le norme che tengono chiuse le facoltà di medicina, di scienze infermieristiche e tutte le altre che hanno a che fare con il Servizio Sanitario Nazionale”.