E’ guerra aperta ormai nell’agrigentino tra Forza Italia e Democrazia Cristiana.
L’ultimo atto (in ordine cronologico e forse temporaneamente) si è consumato a Canicattì, dove il sindaco forzista Vincenzo Corbo ha revocato l’incarico di assessore comunale a Gioachino Asti, esponente della locale DC di Totò Cuffaro e Carmelo Pace.
Le deleghe affidate all’assessore Gioachino Asti erano numerose ed importanti: dalla cultura all’ambiente; dalla formazione e pubblica istruzione ai beni culturali; dalla gestione del ciclo integrato dei rifiuti alla tutela del suolo, dell’acqua e dell’aria; dalla salute pubblica alla tutela animale e randagismo.
Nella determina sindacale di revoca si legge che le motivazioni risiedono nel “mutato quadro politico espressione dell’azione amministrativa, da cui discende il venir meno del rapporto fiduciario”. Parole, tutte, in politichese poco commestibile.
Però, nella determina del sindaco Vincenzo Corbo, viene pure precisato che “il venir meno della fiducia sull’idoneità del nominato a rappresentare gli indirizzi della maggioranza politico-amministrativa e perseguirne gli obiettivi programmatici non è in ogni caso da intendersi riferito a valutazioni afferenti qualità personali o professionali del revocando assessore, né è da intendersi sanzionatorio”.
Qual è allora il motivo vero della revoca? Affonda le radici in uno scontro tra i rispettivi partiti di provenienza a livello provinciale?
Anche questo avrà influito, ma forse la verità sta nel fatto che il designato presidente forzista della prima commissione consiliare permanente Lillo Restivo non è stato eletto e, al suo posto, è stato eletto Gianluca Cilia, del quale si da come prossimo (secondo indiscrezioni non ancora confermate) il transito nel partito di Pullara, Pace e Cuffaro.
Se ciò corrisponde al vero, potrebbe pure avverarsi che il prossimo assessore comunale sia, per l’appunto, il consigliere comunale Lillo Restivo, mancato presidente della prima commissione, che verrebbe ricompensato diversamente, magari nell’ambito di un rimpasto più ampio. Ma si tratta di mera ipotesi che circola nei corridoi dei palazzi della politica, ma non ha ricevuto conferme ufficiali.
Intanto, all’assessore revocato è giunta la solidarietà degli attuali 5 consiglieri comunali della DC, Giuseppe Alaimo(che è anche presidente provinciale del partito), Carmelo Ferraro, Gioacchino La Greca, Mimmo Licata (che è anche presidente del consiglio), Giuseppe Lo Giudice. Nota di solidarietà che contiene pure veementi attacchi contro il sindaco e la sua maggioranza e che viene riportata in questo articolo della nostra testata.
Giunge inoltre la vicinanza e solidarietà del capogruppo dei deputati DC all’ARS, Carmelo Pace, il quale ribadisce “la massima solidarietà e vicinanza a Gioacchino Asti, la cui presenza in giunta è stata determinante per accrescere il panorama culturale di Canicattì”.
Ed aggiunge: “Non posso non osservare che la scelta del sindaco Vincenzo Corbo, che critichiamo in maniera decisa, è assolutamente incomprensibile. Qualora l’intenzione fosse quella di bloccare la crescita della DC nella città dell’Uva Italia, il primo cittadino avrebbe preso un abbaglio. La Democrazia Cristiana, in seno al consiglio comunale di Canicattì, conta ben 5 consiglieri e tra questi il presidente ed il vice presidente dell’assise”.
“La decisione del sindaco Corbo costringe la Democrazia Cristiana” – conclude Carmelo Pace – “a passare all’opposizione dell’amministrazione comunale. Dai banchi di minoranza continueremo a dare il nostro contributo allo sviluppo di Canicattì, senza che questo incomprensibile episodio possa minimamente scalfire la crescita della DC in questa città e più in generale in tutta la Sicilia”.