Trentaquattro anni fa, come oggi, è deceduto a Palermo Leonardo Sciascia, uno degli intellettuali più vivaci e interessanti del XX secolo.
Non era mai scontato nelle sue posizioni.
Nei primi romanzi, liberamente e senza timori, ha messo in risalto la mafia (ed erano tempi in cui pochissimi riuscivano a farlo apertamente e lucidamente). In seguito, nei suoi articoli ha parlato in modo schietto di “professionisti dell’antimafia” (ed i tempi erano apparentemente così cambiati che solo pochi potevano avere il coraggio di fare affermazioni simili).
E’ stato comunista, ma anche radicale e poi socialista. Ma in concreto era un vero e proprio illuminista che, in quanto tale, poteva permettersi di cambiare posizione.
Era ateo, ma volle che i suoi funerali fossero celebrati in chiesa.
Era nato a Racalmuto e vi tornava spesso, tenendo alle sue radici e ai suoi amici, ai luoghi in cui si era formato e alla terra di cui ha raccontato la vita, sperando “di aver dato il senso di quanto lontana sia questa vita dalla libertà e dalla giustizia, cioè dalla ragione”.
la foto di copertina è di Davide Mauro.