La Consulta interviene sulla grave situazione dei turni lunghi di distribuzione idrica all’utenza ed invia una nota dettagliata al Prefetto di Agrigento, Filippo Romano e anche al Presidente di ATI, Domenico Gueli, al Presidente dell’Assemblea dei Soci, Alfonso Provvidenza, e al Consiglio di amministrazione di AICA.
Considerato il maldestro tentativo di qualcuno che con “subdole” esternazioni vorrebbe screditare ora pezzi di stampa e in altre occasioni chiunque osi solo rompere il silenzio sui disservizi, accusandoli, ingiustamente, di agire contro l’acqua pubblica, a questi, ripeto, è bene ricordare chi compone la Consulta… Così oggi domani un concorso si troverebbe preparato e da subito, invece, potrebbe evitare di esternare “subdole” fesserie.
Nella lunga e difficile lotta per arrivare all’acqua pubblica, protagonista di primissimo piano sono stati: Coordinamento Titano, Ethikos, Agrigento punto e a capo, Centro studi De Gasperi, Comitato civico Cantavenera, A testa alta, Codacons Agrigento, Konsumer Agrigento. Le citate associazioni compongono la Consulta che ha, dunque, nel suo dna la tutela dell’acqua pubblica da loro conquistata e servita “cotta e mangiata” alla politica, che non sta, almeno al momento, dimostrando di essere in grado di gestire al meglio l’indispensabile servizio.
E a tal proposito “La Consulta delle Associazioni di AICA esprime profondo rammarico per i disservizi che l’utenza sta subendo. Le continue rotture, gli allungamenti dei turni di erogazione arrivati a 10/12 giorni, l’insufficiente e oneroso ricorso alle autobotti private per compensare le sacrosante richieste dei cittadini, le perdite idriche trascurate per molti mesi e mai adeguatamente riparate, con tutto ciò che comporta in termini di danni all’ambiente, alle strade, alle abitazioni e all’economia dell’azienda e dei cittadini, i disagi legati alla depurazione. Questo quadro desolante è, per ciò che ci riguarda, solo la punta di un iceberg molto più grande e ancora per certi versi sommerso. Oggi, a causa dei disservizi che l’utenza è costretta a subire, i cittadini stanno iniziando a puntare il dito verso le responsabilità politiche dei sindaci, proprietari e detentori del servizio pubblico. E lo faranno sempre più frequentemente e perentoriamente se non vedranno quel reale miglioramento del servizio che aspettano da troppi mesi. AICA è una azienda di servizi è come le aziende di servizi deve essere governata. In mancanza di ciò si producono i ” disastri” che stiamo vivendo e i Sindaci non avranno alibi. Resta da chiedersi se ne siano realmente consapevoli e se vogliano perciò comportarsi di conseguenza”. La Consulta, menomale che c’è, non fa sconti ad Aica e racconta il disagio dei cittadini.
La Consulta, che fa il suo mestiere, aggiunge che “da quello che è emerso dall’ultima assemblea, nella quale si è approvato il bilancio 2022 con un ritardo di quasi un anno, non sembra ancora manifestarsi la consapevolezza di cui sopra, ma ciò che è più grave è che se non si interviene urgentemente con correzioni strutturali, il servizio non potrà far altro che peggiorare e il rapporto con l’utenza non potrà far altro che inasprirsi. Alla Prefettura abbiamo anticipato che si sarebbe arrivati a questo punto e che le cose sarebbero ancora peggiorate fino a provocare possibili squilibri dell’ordine pubblico”.
“A fronte di questa inquietante prospettiva i Sindaci in assemblea giustificano il loro ritardo nell’approvazione del bilancio con una non meglio precisata “maturazione dei tempi politici” che ha comportato un ritardo pagato a caro prezzo da AICA e dai cittadini. Il cosiddetto “primato della politica” di cui si vanno vantando applicato al servizio idrico non essere più mal riposto”.
“Si persevera nel richiamare la necessità di completare l’erogazione del prestito regionale, o anticipazione straordinaria, quando esso NON E’ UNA MISURA STRUTTURALE e costituisce quindi un pericoloso strumento di distrazione rispetto a tutte quelle misure necessarie delle quali non si fa nemmeno menzione. Se domani tutti i Comuni erogassero ad AICA la restante metà dei fondi in questione, questi, non essendo vincolati ad investimenti o a progetti, verrebbero usati per le spese correnti, esattamente come è stata usata la prima metà, e in pochi mesi AICA si ritroverà daccapo a dover restituire o compensare ai Comuni 10 milioni invece che 5, senza poterlo materialmente fare”.
Giusto il richiamo ai Sindaci che non pagano le utenze comunali, (nel 2022 si registra un ammanco di 2 milioni di Euro di utenze comunali non pagate), ma non possiamo non stigmatizzare la provocazione politica del Presidente Provvidenza nei confronti dei Sindaci che “se non vogliono stare in AICA possono anche lasciare”.
“NON SI SCAMBI UNA PROVOCAZIONE POLITICA PER UNA POSSIBILITA’ REALMENTE PERCORRIBILE. Va ribadito con ogni mezzo che la normativa NON CONSENTE AI COMUNI LA FACOLTA’ DI RINUNCIARE ALLA GESTIONE DEL SII DA PARTE DI AICA, QUESTO COMPORTEREBBE LA VIOLAZIONE DEL PRINCIPIO DI UNICITA’ D’AMBITO. È PROPRIO IN RIFERIMENTO ALL’UNICITA’ D’AMBITO SI INQUADRANO LE NOSTRE SOLLECITAZIONI ALLA CESSIONE DELLE RETI DEI COMUNI ANCORA INADEMPIENTI e la verifica dei requisiti di salvaguardia da parte di ATI per i Comuni della montagna. L’Ente di Governo d’Ambito dovrebbe svolgere un ruolo maggiormente attivo, rigoroso e tempestivo riguardo al processo di aggregazione in AICA delle gestioni preesistenti, nonché nella consegna immediata ad AICA delle reti e degli impianti dei Comuni inadempienti e di Voltano e Tre Sorgenti”.
“Ciò che andrebbe invece ribadito e preteso da tutta la politica è stato oggetto di discussione negli incontri avuti in Prefettura, ma mentre monta la protesta per un servizio caro e largamente inadeguato, NON SI DISCUTE DI COME ACCELERARE L’APPLICAZIONE DI QUELLE MISURE CORRETTIVE, APPROVATE 6 MESI FA DAL CDA, DELLE QUALI NON SI HA NOTIZIA”.
“Tutte le iniziative della Consulta sono unicamente rivolte alla tutela degli interessi di Aica, in quanto espressione della gestione pubblica, unica ed integrata dell’acqua”.
“In proposito non risulta ancora che le Autorità preposte abbiano doverosamente intrapreso con la Regione Siciliana le opportune iniziative per la rimozione di quei fattori che minano il già impegnativo equilibrio economico-finanziario del Gestore Pubblico, anche in riferimento al rapporto con SICILIACQUE e non scandalizzi se la Consulta doverosamente si trova costretta a pronunciarsi in tal senso”.
“A questo punto – conclude per la Consulta di AICA il Presidente Alvise Gangarossa – risulta imprescindibile che tutte le energie e i poteri che il nostro territorio può esprimere, siano rivolti verso l’obiettivo primario di correggere con urgenza tutte quelle storture che stanno soffocando AICA e con essa l’utenza, O PREPARIAMOCI A FUTURI DISORDINI E NUOVE RI-PRIVATIZZAZIONI”.