Le scarsissime piogge in Sicilia, nel secondo semestre dell’anno appena terminato, danno notizie per nulla buone nel campo dell’agricoltura.
Il Servizio Informativo Agrometeorologico Siciliano (SIAS) non lascia spazio a dubbi: “Il mese di dicembre ha fatto registrare, per il quarto mese consecutivo, pesanti deficit negli accumuli pluviometrici, determinando una situazione per alcuni versi del tutto inedita, anche a confronto con i gravi periodi di siccità degli anni ’70 e ’80 e con quello del 2002”.
Invero, le anomali piogge di maggio e giugno dell’anno scorso attenuano il deficit nei bilanci pluviometrici a medio termine, ma ciò non significa che è stato un bene per l’agricoltura, dal momento che gli eccessi di pioggia del periodo primaverile, più che apportare benefici, hanno sortito danni a diverse colture.
Il vicepresidente di Coldiretti Sicilia, Ignazio Gibiino, auspica che le piogge possano manifestarsi il più presto possibile, affermando che probabilmente potrebbero “spingere la crescita di cereali e foraggio, nettamente indietro rispetto alla media invernale”.
“Più difficile” -prosegue Ignazio Gibiino– “risollevare le sorti delle produzioni di ortaggi che stanno soffrendo moltissimo la siccità costringendo gli agricoltori ad irrigare i campi a loro spese, utilizzando quel poco di risorsa idrica che è rimasta nei pozzi privati, mentre a chi non dispone di bacini non resta che disperarsi”.
Mai in Sicilia, dal 1921, le precipitazioni erano state così scarse come nel secondo semestre del 2023 che fa registrare, come media regionale, valori inferiori persino a quelli della grave siccità del 1977.
La speranza è adesso che le piogge possano arrivare e continuare per i prossimi cento giorni.