Prorogati per un anno, in regime di reggenza della dirigenza scolastica, gli istituti alberghieri Gaspare Ambrosini di Favara e Filippo Re Capriata di Licata non perderanno subito l’autonomia.
Invece, a partire dal prossimo anno scolastico, perderanno l’autonomia le seguenti 7 scuole della nostra provincia: a Favara, l’IC G. Guarino; a Raffadali, l’IC Garibaldi – Capuana; a Cammarata, l’IC Giovanni XXIII; a Grotte e Comitini, l’IC Roncalli; a Canicattì, il circolo didattico Don Bosco; a Santo Stefano di Quisquina e a San Biagio Platani, l’IC Maestro Panepinto; a Sciacca la Direzione Didattica Giovanni XXIII.
I due istituti di istruzione secondaria di secondo grado (il cui indirizzo scolastico principale è quello della scuola alberghiera) non verranno dunque aggregati per il prossimo anno scolastico all’alberghiero di Agrigento. E ciò grazie al fatto che il governo nazionale -presieduto da Giorgia Meloni e su iniziativa del ministro Giuseppe Valditara– ha emesso un decreto legge per concedere alle Regioni la facoltà di deroga limitatamente all’anno scolastico 2024/2025.
La facoltà di deroga non è comunque assoluta, bensì limitata all’attivazione di un “numero di autonomie scolastiche in misura non superiore al 2,5 per cento del contingente dei corrispondenti posti di dirigente scolastico e di direttore dei servizi generali e amministrativi definito, per ciascuna Regione, per il solo anno scolastico 2024/2025, alle quali attribuire solo reggenze e senza un corrispondente incremento delle facoltà assunzionali”.
Cosa significa?
Significa che le scuole beneficiare della deroga verranno date a reggenza ad un dirigente scolastico già titolare presso altra scuola. In esse non possono essere assunti in ruolo dirigenti scolastici né dirigenti dei servizi generali e amministrativi. Né tali scuole potranno essere disponibili per le operazioni di mobilità.
E come sono state scelte le scuole beneficiate dalla deroga?
Con un criterio oggettivo: quello di circoscrivere le operazioni di dimensionamento effettuate solo agli Istituti del primo ciclo di formazione, escludendo le scuole d’istruzione secondaria di secondo grado e tre (solo tre) Istituti comprensivi, in quanto situati nelle grandi aree metropolitane.
Quindi, nessuna “vittoria” da parte di chi vuole intestarsi -ufficialmente o sottobanco- meriti che per la verità non possono esistere.
Anzi…
La deroga è per un solo anno scolastico e già dall’anno successivo al 2024/2025, l’aggregazione delle due “storiche” scuole alberghiere di Favara e Licata a quella della città capoluogo diventerà purtroppo realtà: l’Istituto Professionale per i Servizi Commerciali, per l’Enogastronomia e l’Ospitalità Alberghiera Nicolò Gallo di Agrigento accorperà Ambrosini di Favara e Re Capriata di Licata.
Sicuramente, le istituzioni pubbliche locali potrebbero chiedere -sebbene con scarse possibilità di buon esito- che l’accorpamento non avvenga in una scuola situata in altro Comune, bensì con un istituto di scuola secondaria di secondo grado dello stesso Comune (rispettivamente Favara e Licata).
Ma torniamo al decreto legge nazionale di parziale deroga.
Di esso non sono affatto compiaciuti i sindacati.
Adriano Rizzo e Fabio Cirino, rispettivamente segretario generale Flc Cgil Sicilia con delega al dimensionamento scolastico, parlano di “montagna che ha partorito un topolino”.Il segretario generale della Uil Scuola Sicilia, Claudio Parasporo, afferma che “è solo una soluzione tampone che sposterà il dimensionamento al prossimo anno”.
Intanto, a partire dal 2024/25, a Favara, il Guarino sarà aggregato al Camilleri (già Bersagliere Urso-Mendola); a Raffadali, il Garibaldi-Capuana sarà aggregato al Galilei; a Cammarata, il Giovanni XXIII sarà aggregato all’IC G. Philippone di San Giovanni Gemini; a Grotte e Comitini, il Roncalli sarà aggregato al Leonardo Sciascia di Racalmuto; a Santo Stefano di Quisquina e a San Biagio Platani, il Maestro Panepinto sarà aggregato al Manzoni di Alessandria della Rocca.
Discorso diverso per il circolo didattico don Bosco di Canicattì e per la direzione didattica Giovanni XXIII di Sciacca: l’aggregazione dei vari plessi appartenenti a queste due scuole coinvolge più di un istituto.
In pratica, a Canicattì, i plessi Don Bosco e Don Milani saranno aggregati all’I.C. Gangitano, mentre i plessi Sandro Pertini e La Lomia saranno accorpati all’I.C. Verga.
A Sciacca, invece, si sarà una bella rotazione: il plesso Agazzi, il plesso San Giovanni Bosco (entrambi della D.D. Giovanni XXIII) e -udite, udite- il plesso San Francesco dell’I.C. Inveges saranno aggregati all’I.C. Dante Alighieri.
Ma l’Inveges, che perde un plesso a favore del Dante Alighieri, ne guadagna 4 dalla D.D. Giovanni XXIII: il plesso De Gasperi, il plesso Mazzini, il Mascagni, il San Vito e il plesso Fazello.
Per chi volesse avere diretta e maggiore contezza della situazione, può consultare il decreto n. 1 del 4/gennaio/2023 a firma dell’assessore regionale all’Istruzione, Mimmo Turano che abbiamo messo a disposizione qui.