Dopo il deposito negli uffici regionali del progetto per realizzare una condotta idrica che porti l’acqua dalla diga San Giovanni di Naro nelle campagne del territorio di Licata, è successo il caos.
Il sindaco di Naro, Mariagrazia Brandara ha fatto dichiarazioni di fuoco: “Ciò non è tollerabile!
Posso comprendere le motivazioni degli agricoltori licatesi e le ragioni di chi ha responsabilità amministrative più ampie…ma l’acqua della diga San Giovanni è dei naresi e va difesa”.
In pratica, il sindaco di Naro ritiene che l’eventuale realizzazione del progetto presentato alla regione costituisca “un fatto molto preoccupante per la nostra Naro perché, se il progetto dovesse trovare la copertura finanziaria (28 mln), recherebbe grave danno all’economia narese”.
Si chiede inoltre la Brandara: “L’acqua è già scarsa…e dobbiamo pure condividerla con altri territori più distanti, oltre al nostro comprensorio che già comprende Castrofilippo, Favara, Canicattì…?!”.
In effetti, data la vasta estensione territoriale di Naro (è il comune col territorio più esteso della provincia di Agrigento, dopo il comune capoluogo), allo stato l’acqua della diga San Giovanni serve per l’irrigazione dei vigneti, degli orti e di altre colture prodotte dagli agricoltori di molti comuni vicini.
D’altronde, Gino Cilia, decano della politica di Canicattì, osserva che “sul punto dovrebbero senza indugio intervenire anche i Sindaci di Canicattì, Castrofilippo, Campobello di Licata, Camastra e Ravanusa, i quali debbono dare sostegno alla battaglia intrapresa dal Sindaco di Naro Maria Grazia Brandara, in difesa dei propri agricoltori”.
Ma il sindaco di Licata, Angelo Balsamo non ci sta e dice senza mezzi termini: “Non esiste l’acqua dei naresi e dei licatesi, la diga San Giovanni è un patrimonio di tutti. Esistono studi e tecnici che hanno lavorato per questa soluzione. Finiamola di fare guerre di campanile ridicole”.
Pertanto, bolla come “farneticazioni” le dichiarazioni del sindaco Brandara.
Poi, rincara la dose: “Mi meraviglia che una donna delle istituzioni, già parlamentare e commissario del Comune di Licata, verso la cui popolazione ha dedicato parole di dedizione a amore, oggi invece ha una reazione stizzosa ed evidentemente frutto della scadenza elettorale del suo mandato e quindi di una campagna elettorale che non gli faremo fare sulla pelle degli agricoltori licatesi”.
Ed addirittura si ricollega all’episodio storico del re di Francia, Carlo VIII, che minaccia i fiorentini ma trova coraggiosa risposta dal loro rappresentante repubblicano. Infatti, paragonando il sindaco di Naro a Carlo VIII di Francia, il sindaco Balsamo si auto-definisce un novello Pier Capponi, asserendo che: “se lei (la Brandara) suonerà le sue trombe, noi (i licatesi) suoneremo le nostre campane”!