Il paventato uso delle acque della diga San Giovanni, per fini irrigui, anche da parte dei numerosi agricoltori della Piana di Licata continua a tenere banco.
Dopo il deposito del progetto per realizzare la condotta d’adduzione che possa portare l’acqua dalla diga sino alla piana di Licata (nonostante ancora non si conosca come e dove verranno reperiti i fondi per 26 milioni di euro con cui finanziare l’opera) era insorta il sindaco di Naro, Mariagrazia Brandara. La quale lha lamentato che l’acqua non è sempre bastevole per i produttori agricoli i cui terreni sono già serviti ai fini irrigui.
Ma il sindaco di Licata, Angelo Balsamo, ha ribattuto che l’acqua della diga San Giovanni non è dei naresi, come non è dei licatesi, ma è di tutti. Egli ha anche osservato che i proclami del sindaco Brandara sanno di campagna elettorale.
Per tutta risposta, il sindaco di Naro ha rilasciato un’intervista, insistendo sul fatto che l’acqua della diga san Giovanni serve in primis per le produzioni agricole del territorio di Naro.
A sua volta il consigliere comunale di Naro, Lillo Licata, sta portando avanti una battaglia sui social e sulle tv locali per asserire che “la diga San Giovanni è stata costruita per gli agricoltori di NARO ed il suo hinterland, così come la diga Gibbesi è stata costruita per gli agricoltori di LICATA ed il suo hinterland”.
“Non è colpa degli agricoltori naresi se in 40 anni la diga Gibbesi non è stata completata” –aggiunge Lillo Licata.
E’ giunta intanto al presidente del consiglio comunale di Naro una richiesta di convocazione straordinaria del consiglio comunale da parte di Rosalba Migliore, presidente della Confederazione Italiana Agricoltori/Centro Sicilia, per affrontare il problema del reale utilizzo delle acque della diga San Giovanni per fini irrigui in favore del comparto agricolo.
Insomma, la guerra continua, seppur il progetto per la realizzazione della condotta d’adduzione delle acque dalla diga di Naro alla piana di Licata non abbia allo stato alcuna fonte di finanziamento.