Sabato scorso, un lungo corteo di trattori lungo ha sfilato nella statale Palermo-Sciacca, con in testa un’auto con una bara a significare la morte dell’agricoltura in genere e della viticultura in ispecie.
Un corteo di agricoltori (ma anche con molti allevatori) ha attraversato un bel po’ di chilometri sulla statale per protestare contro i mancati interventi pubblici nel settore.
Lunedì prossimo, 22 gennaio, un altro corteo di agricoltori di Sciacca, Ribera, Menfi e dell’hinterland belicino percorrerà coi propri trattori la statale Sciacca-Menfi contro le mancate risposte della Regione sulla problematica dell’alga rossa che da mesi non consente ai produttori agricoli di utilizzare l’acqua del lago Arancio per irrigare i propri terreni.
Sempre lunedì prossimo, 22 gennaio, un sit-in degli agricoltori davanti la prefettura di Palermo per protestare contro i costi di produzione, aumentati vertiginosamente e contro le carenze delle politiche agricole dell’U.E. e dei governi regionali e nazionali
Insomma la mobilitazione degli agricoltori e allevatori non accenna ad arrestarsi, dopo l’inizio registrato a Pergusa dove si è tenuto un convegno sul tema “La Sicilia alza la voce” che adesso sembra essere divenuto uno slogan efficace che da il nome ad un movimento di agricoltori che protestano contro la situazione di mercato che fa registrare prodotti della terra pagati a prezzi irrisori e venduti con un notevole ricarico.