Nel corso di una riunione con noi sindaci, lo scorso 23 gennaio, il Prefetto di Agrigento Filippo Romano, ha accennato alla necessità che i toni del dibattito politico, in ogni sede, siano sempre civili e moderati, onde evitare eccessi dialettici che, malintesi, possano ingenerare un clima di tensione che può sfociare, talvolta, anche in intimidazioni nei confronti degli amministratori locali.
Durante l’incontro, alcuni di noi hanno riferito di commenti al vetriolo sui social che istigano all’odio e alla violenza nei nostri confronti.
Qualcuno, utilizzando dei termini forti, ha parlato di “gogna mediatica”. Altri, sfogandosi, hanno intravisto in alcuni articoli stampa una sorta di “leva per strumentalizzare il dissenso nei confronti dei sindaci”. Tutto è stato trasposto in una nota istituzionale che ha però innescato una violenta polemica che sta, ingiustamente, coinvolgendo la Prefettura.
Ha ragione il sindacato, nel dirsi “colpito per le affermazioni che in maniera generica colpiscono la categoria”. Ma non chiude la questione di fondo. Comprendiamo, riconoscendo al giornalismo il ruolo civile e il veicolo di libertà che è utile alla vita democratica, che le generalizzazioni siano ingenerose del lavoro di chi svolge la propria funzione in modo retto.
Nessuno di noi vuole sostenere, e non lo abbiamo fatto né noi sindaci né tantomeno il Prefetto, che sia “colpa dei giornalisti”. Anzi, riteniamo che così come siano intollerabili le aggressioni e le intimidazioni nei confronti dei giornalisti (lo ha ricordato il presidente Sergio Mattarella in occasione del 60° anniversario della fondazione dell’Odg), lo sono anche quelle rivolte ai rappresentanti delle Istituzioni: entrambe le categorie, a ben vedere, sono oggetto ormai da tempo dell’odio social e di un generalizzato senso di sfiducia verso ogni categoria o organismo pubblico.
Per questo abbiamo rappresentato un problema oggettivo e che non riguarda solo Agrigento e la sua provincia: il fatto che sia crescente il numero di fruitori dei social che, molto spesso, non sono in grado di fare un distinguo fra cronaca e critica giornalistica.
Ecco perché noi sindaci invochiamo – genericamente – che venga ritrovato equilibrio, cioè un bilanciamento fra sussistenza della rilevanza sociale dell’argomento, correttezza dell’espressione e interesse al mantenimento della reputazione, al netto del fatto che quest’ultima è già normata da specifiche regole a tutela delle parti lese.
Il legittimo esercizio del diritto di critica, dal canto suo, deve essere accettato, senza piagnistei, da tutti noi amministratori, a prescindere dai riverberi social. Talvolta, anche noi – stanchi, provati e insoddisfatti per non essere riusciti a fare – dimentichiamo (mea culpa!) che giornalismo e social sono, e tali devono rimanere, ben distinti.
È semmai necessario tracciare un percorso comune per soluzioni condivise che rispettino però le autonomie e i ruoli di quanti sono coinvolti. Per escludere il rischio di generalizzazioni, anzi, è legittimo che chi ritenga siano stati superati i limiti della cronaca giornalistica agisca presso il competente Consiglio di disciplina dell’Ordine perché si vaglino concretamente le condotte e si possa distinguere, appunto, chi svolge il proprio lavoro di giornalista da chi non rispetta il codice deontologico.
Augurandoci che il Prefetto venga tenuto fuori da scontri e polemiche, non possiamo che auspicare che continui ad andare avanti con la sua attività a sostegno delle amministrazioni locali, perché per noi sindaci è vitale, in un’ottica di collaborazione istituzionale, saperlo al nostro fianco come è sempre stato sin dal suo insediamento.
Va a Lui, per questo, la nostra piena riconoscenza.
I Sindaci
Francesco Miccichè
Antonio Palumbo
Angelo Balsamo
Matteo Ruvolo
Giovanni Cirillo
Vito Clemente
Pino Spinelli
Giuseppe Mangiapane
Maria Brandara
Santino Borsellino
Margherita La Rocca Ruvolo
Dario Gaglio
Domenico Migliara
Salvatore Dazzo
Calogero Cattano
Luigi Nigrelli
Alfonso Provvidenza
Gaspare Viola
Vincenzo Corbo
Sabrina Lattuca
Francesco Cacciatore
Totò Gioacchino Baio
Milko Cinà
Leonardo Ciaccio
Enzo Galifi
Caetano Bruccoleri
Salvatore Pitrola
Giuseppe Pendolino
Santino Borsellino
Calogero Cattano
Mimmo Gueli
Francesco Martorana