Il titolo del libro è Siciliana, mentre il sottotitolo è Cronache di una vita di donna e magistrato in prima linea. Lo ha scritto Teresa Principato, magistrato oggi in quiescenza che ha speso la vita contro la mafia, lavorando anche nel pool di Giovanni Falcone.
La casa editrice è Fuoriscena, una costola dell’area libri della RCS di Urbano Cairo, con la quale si vuole promuovere la saggistica d’intervento, il giornalismo investigativo e le narrazioni civili sui grandi temi del nostro tempo. Una casa editrice sorta appena quattro mesi che annovera tra le sue pubblicazioni libri di Francesca Albanese, Nino Di Matteo e Saverio Lodato, Paolo Di Stefano e Riccardo Iacona…
Adesso, è la volta di Teresa Principato che, nel suo libro, ripercorre la sua esperienza di magistrato antimafia, prima a Caltanissetta, poi a Palermo e Trapani e infine nella Direzione Nazionale Antimafia.
Ci parla delle ostilità diffuse nei confronti di Falcone e Borsellino, degli attentati (tra cui quello fallito contro di lei che Cosa Nostra aveva organizzato nei minimi particolari), della caccia ai latitanti, in particolare a Riina e Provenzano, e dice la sua verità sulla mancata perquisizione della casa del primo e sulla scampata (più volte) cattura del secondo.
Un bel libro in cui ci parla anche della sua infanzia a Naro, in provincia di Agrigento, del suo matrimonio con Roberto Scarpinato (altro magistrato antimafia), dei suoi scontri col il procuratore Pietro Giammanco, della sua ammirazione nei confronti di Giancarlo Caselli…
A Naro, sua città d’origine, è tornata ogni tanto per far visita ai suoi cari al cimitero.
Ricordo una volta di aver assistito, proprio a Naro, ad una scena davvero interessante. Un suo coetaneo, vicino di casa, proveniente da famiglia molto umile (rispetto a lei di famiglia agiata e borghese), appena l’ha intravista e riconosciuta, le è corso incontro per salutarla. Gli uomini della scorta gli hanno subito sbarrato la strada e lui ha gridato: “Teresa, sono Calogero”. Lei ha detto alla scorta di farlo passare e si sono abbracciati: “Si, Calogero, ti ho riconosciuto anch’io, nonostante il lungo tempo trascorso dai nostri giochi d’infanzia”.
Ha messo sempre cuore nella sua vita e nella sua professione. E ha messo cuore nel suo libro, 320 pagine di memoria, dalle quali emerge uno scenario spietato di intrecci tra potere e criminalità organizzata e non.
Un libro uscito da meno di 15 giorni, da leggere per conoscere il coraggio dell’autrice in un mondo in cui era difficile emergere come donna e magistrata, ma in cui lei ha dato un contributo determinante contro Cosa Nostra.