Dopo monsignor Giuseppe Marciante, vescovo di Cefalù e direttore dell’ufficio di pastorale per i problemi sociali, il lavoro, la giustizia e la pace presso la Conferenza Episcopale Siciliana, anche l’arcivescovo di Agrigento, Alessandro Damiano, si espone senza titubanze a favore della protesta degli agricoltori che si è diffusa a macchia d’olio in tutta l’Europa.
Alessandro Damiano si è recato presso il presidio permanente, allestito con trattori, cartelli e la presenza costante di produttori agricoli in località Gulfa, nel territorio di Santa Margherita Belice, presso la SS Sciacca-Palermo. Qui, l’arcivescovo di Agrigento ha manifestato la propria vicinanza e solidarietà agli agricoltori. Questi ultimi, in aggiunta alle motivazioni della protesta dilagata nei Paesi della comunità europea, lamentano pure l’inutilizzabilità delle acque del lago Arancio ai fini irrigui.
L’irrigazione è stata infatti vietata per questioni legate alla salubrità del lago che allo stato non sono state risolte, nonostante le numerose promesse di rapida soluzione.
Gli agricoltori continuano pertanto a protestare ed hanno richiesto anche la proroga dell’autorizzazione di pubblica sicurezza per continuare il presidio di contrada Gulfa almeno sino al 22 febbraio prossimo venturo.
Dopo la prima notte trascorsa all’addiaccio nel presidio, gli agricoltori sono intenzionati a trascorrere numerose altre notti sul luogo della protesta che durante il giorno fa registrare la presenza sempre più numerosa di produttori agricoli e cittadini comuni, ai quali si aggiungono sindaci, assessori e consiglieri comunale della valle belicina.
Adesso è stata la volta dell’arcivescovo di Agrigento, Alessandro Damiano, sempre sensibile ai problemi sociali e sempre vicino ai più deboli.
Com’è noto, la protesta degli agricoltori è rivolta contro i costi di produzione, aumentati vertiginosamente, contro la tassazione elevata e contro le carenze delle politiche agricole dell’U.E. e dei governi regionali e nazionali.
D’altronde, mentre le politiche comunitarie e nazionali tendono ad imporre misure sempre più restrittive in materia ambientale e di assunzione di manodopera ai produttori agricoli UE, nella maggior parte degli altri Paesi del mondo l’agricoltura è libera di qualsivoglia vincolo o peso normativo, riuscendo a produrre a costi bassissimi che fanno poi vendere i prodotti agricoli a prezzi irrisori rispetto a quelli cui sono costretti a vendere gli agricoltori UE.