Nell’attuale momento di siccità senza precedenti, che influisce sulla crisi dell’agricoltura, la regione Sicilia cerca di correre ai ripari: la giunta di governo, presieduta da Renato Schifani, su proposta dell’assessore all’agricoltura Luca Sammartino, ha dichiarato lo stato di calamità naturale in tutto il territorio siciliano.
Non solo. L’assessore regionale ai servizi di pubblica utilità, Roberto Di Mauro, ha firmato un importantissimo decreto per il riutilizzo delle acque reflue depurate, che consente anche -regolamentandolo- l’uso delle acque reflue depurate ai fini irrigui: decreto per il riutilizzo delle acque reflue depurate.
Allo stato, la gran parte delle acque reflue depurate viene scaricata in mare. Ma grazie a questo decreto potrebbe essere recuperata ed utilizzata per attenuare le tristi conseguenze del fattore siccità che, da rischio potenziale, è oggi divenuta concreta realtà.
D’altronde, al di là della siccità, il decreto Di Mauro si inserisce nel percorso delle nuove politiche di sostenibilità ambientale e, in particolar modo, in quelle dell’economia circolare, ponendosi anche come opportunità di contrasto alla scarsità di risorse idriche sempre più accentuato.
Com’è noto, le acque diventano reflue una volta impiegate nelle attività domestiche (cucina e bagni) o in quelle industriali, oltre che quelle già usate una prima volta per irrigare. Queste acque, infatti, una volta usate, diventano contaminate da sostanze organiche e inorganiche, potenzialmente pericolose per la salute pubblica e per l’ambiente naturale.
Di qui il loro affinamento, soprattutto attraverso i depuratori comunali o quelli industriali privati. Infatti, divenendo reflue, queste acque non possono essere reimmesse direttamente nell’ambiente che ha capacità auto-depurative per nulla elevate. Così esse vengono depurate e quindi private dalle sostanze inquinanti per poi finire nell’ambiente marino o (in misura minore) fluviale o lacustre, senza compromettere l’equilibrio dell’ecosistema.
Il decreto dell’assessore regionale Roberto Di Mauro comunque ha una valenza non soltanto sul versante dell’ampliamento delle risorse irrigue in agricoltura, ma anche sul versante del recupero di tutta quell’acqua depurata che altrimenti finirebbe a mare e che invece -grazie al decreto- potrà essere riutilizzata -oltre che per fini irrigui- anche per usi civili, industriali e ambientali.
per chi volesse leggerlo, qui il decreto per il riutilizzo delle acque reflue depurate