Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nel discorso tenuto poche settimane fa, in occasione del giorno della memoria, ha parlato di Calogero Marrone come il capo-ufficio anagrafe del Comune di Varese che ha salvato la vita a numerosi ebrei, falsificando documenti e liste.
Purtroppo, Calogero Marrone ha fatto la stessa fine degli ebrei deportati ed è morto nel campo di concentramento nazista di Dachau, dove era stato deportato una volta scoperto dai nazi-fascisti.
Nato a Favara il 12 maggio 1889 è morto a Dachau il 15 febbraio 1945, proprio 79 anni fa come oggi.
Si era trasferito a Varese con la moglie e i quattro figli, dopo aver vinto un concorso pubblico di applicato comunale.
Nel giro di pochi anni era diventato capo dell’ufficio anagrafe del Comune di Varese grazie al suo impegno e alla sua dedizione al lavoro, oltre che alle sue spiccate attitudini e capacità professionali.
Calogero Marrone faceva parte, a Varese, del gruppo partigiano 5 Giornate del San Martino, come a Favara faceva parte, quale segretario locale, della sezione reduci e combattenti, dopo aver partecipato alla prima guerra mondiale col grado di sergente nell’esercito italiano.
Al Comune di Varese ha rilasciato centinaia di documenti d’identità falsi a ebrei e antifascisti, che in quel periodo cercavano di attraversare il confine svizzero, permettendo loro di salvarsi.
Da tempo, nel Comune di Varese, davanti all’ufficio anagrafe di palazzo Estense, c’è una targa che lo ricorda.
Sempre a Varese, in sua memoria, è stata collocata una pietra d’inciampo realizzata dall’artista tedesco Gunter Demnig.
L’anno scorso, il prefetto di Varese ha consegnato ai figli di Calogero Marrone una medaglia d’oro alla memoria, decretata dal presidente della Repubblica Mattarella, con la seguente motivazione: “Membro del Comitato di Liberazione Nazionale di Varese, ha contribuito alla Resistenza fornendo documenti agli ebrei e organizzando il trasporto di armi e di derrate alimentari in favore dei partigiani. Fu prima incarcerato e poi deportato nel campo di concentramento di Dachau. Esempio di coraggio e di spirito di solidarietà”.
A Favara, oggi, il sindaco Antonio Palumbo, lo ha commemorato, quale giusto tra le nazioni, con una breve cerimonia nella villetta della pace.