“Chi segue le vicende legate al Servizio Idrico non può non notare che attorno alla cosiddettà crisi idrica siciliana si sia sollevata una grancassa mediatica, con al centro i vertici della politica regionale e locale, tesa a fronteggiare la penuria d’acqua dovuta sostanzialmente a cause naturali, all’aumento delle temperature, alla scarsità di precipitazioni, insomma al CAMBIAMENTO CLIMATICO.
Questo facile alibi non ci convince affatto. Basta scorrere le comunicazioni della Consulta, o di alcune associazioni, degli ultimi anni per rendersi conto di come la crisi attuale (dietro cui la politica si nasconde facilmente) sia stata provocata passo dopo passo da inadempienze, da scelte sbagliate, da inoperatività, tanto del livello Regionale quanto del nostro Ambito. Questi fattori, aggravati oggi da cause naturali, sono la vera causa della crisi idrica. In questo contesto la richiesta dello stato di emergenza finisce per favorire quei consolidati meccanismi tutti italiani per i quali non si indagano più le cause e le responsabilità, non vengono sanzionati gli errori o riconosciuti i meriti, tutt’al più, paradossalmente, vengono chiamati a risolvere i problemi proprio coloro che li hanno provocati.
L’unico modo per superare in maniera strutturale la crisi idrica, sia a livello regionale che locale è investire in PROGRAMMAZIONE IN TEMPI CERTI E RISPETTO DELLA NORMATIVA. Ma guarda caso ne la Regione ne l’Ambito di Agrigento brillano per l’una e per l’altra cosa.
I CITTADINI UTENTI STANNO SUBENDO OLTRE AL DANNO LA BEFFA! Da un lato laRegione Sicilia rinuncia a 422 milioni di € di fondi a valere sul PNRR per la bocciatura di 61 progetti destinati all’agricoltura e alle infrastrutture irrigue, dall’altro l’Ambito di Agrigento perde i 50 milioni di € del progetto REACT EU per la sostituzione e installazioni dei contatori di tutte le utenze, i 44 milioni di € a fondo perduto per il rifacimento della rete idrica di Agrigento, per SCADENZA DEI TERMINI AL 31 DICEMBRE 2023.
VENGONO ULTERIORIORMENTE ALLUNGATE LE GIA’ LUNGHISSIME TURNAZIONI IDRICHE MENTRE L’ENORME SPRECO D’ACQUA PER LE STRADE E PER LE CONDOTTE COLABRODO NON VIENE RISOLTO PERCHè I FONDI NECESSARI NON SI TRADUCONO IN PROGETTI DA PORTARE A TERMINE.
Le turnazioni di AICA si allungano, anche se non in egual misura per tutti i cittadini. Scorrendo il calendario dei turni si scopre che vi sono paesi privilegiati che ricevono l’acqua anche una volta al giorno e altri che la ricevono anche una volta ogni 10 giorni. QUESTO E’ INAMMISSIBILE E INQUALIFICABILE. L’acqua viene (o dovrebbe essere) razionata e i cittadini meno fortunati sono costretti a ricorrere alle molte autobotti che vediamo girare per le strade, per le quali, con tutta evidenza, la crisi idrica di AICA è una manna dal cielo. Chissà dove esse si approvigionano e chi controlla la salubrità del liquido che trasportano e vendono.
La mole di interventi suggeriti dalla Consulta per rispondere ad una strutturale carenza di approvvigionamento idrico, già dalla nascita del nuovo gestore, è stata per lungo tempo ed è ancora grandemente ignorata e più passa il tempo, più AICA affonda sia dal punto di vista patrimoniale che infrastrutturale ed economico-finanziario. Basti pensare che vengono accumulati ritardi su ritardi nel presentare i fondamentali documenti di programmazione, che gli interventi di ristrutturazione e adeguamento di reti ed impianti NON SONO STATI EFFETTUATI NONOSTANTE SIANO PREVISTE IN TARIFFA DELLE APPOSITE VOCI PAGATE DAI CITTADINI CON LA BOLLETTA E INCASSATE DA AICA, che non vengono presentati ai Consigli Comunali le relazioni semestrali sull’andamento del gestore. Insomma non vi è quel controllo aziendale richiamato dai Revisori dei Conti nelle loro relazioni ai bilanci del gestore, non viene notificato a quanto ammonta il prelievo di acqua da Siciliacque e come la risorsa idrica venga ripartita tra utenti dello stesso ambito (per i quali si aggrava ulteriormente la già insopportabile disparità di trattamento). In questo contesto quell’apporto fondamentale, di indirizzo, controllo e supporto da parte dell’ATI e dei Comuni è FORTEMENTE INSUFFICIENTE. I consorzi Voltano e Tre Sorgenti sono ancora in piedi e continuano a sottrarre ad AICA risorse e utenti (altro che crisi idrica). I comuni di Palma e Camastra non risulta abbiano ancora consegnato le reti. L’Ati non fa menzione di quelle fonti dei Comuni montani, la cui eccedenza dovrebbe, oggi più che mai, essere messa a beneficio di tutto l’ambito e ancora così non è nonostante la grave crisi in cui esso versa. La maggior parte dei comuni soci di AICA non paga con la dovuta solerzia le bollette delle utenze comunali, (nel 2022 erano 2 milioni di euro i debiti verso AICA). A livello Regionale i fondi comunitari concretamente spesi nel settore ambiente dal 2007 al 2023 sono solo l’8% del totale messo a disposizione (fonte Opencoesione.gov.it). Insomma più che dalla mancanza di precipitazioni il nostro territorio è afflitto da una classe dirigente grandemente inadeguata e sostanzialmente disinteressata a condurre in porti migliori il Servizio Idrico pubblico per cui abbiamo a lungo lottato. Oggi, avendolo ottenuto, si ribadisce l’urgenza di doverlo correggere e difendere, ma LA CRISI IDRICA DOVUTA AL CAMBIAMENTO CLIMATICO PER QUANTO CI RIGUARDA RISCHIA DI ESSERE SOLO UNO SPECCHIETTO PER LE ALLODOLE. CI CHIEDIAMO FINO A QUANDO SI SEGUITERA’ A METTERE ALLA PROVA LA PAZIENZA DEI CITTADINI DELL’AMBITO DI AGRIGENTO CAPITALE DELLA CULTURA 2025”.
Associazioni aderenti alla Consulta:
Agrigento Punto e a Capo, Associazione Titano, A Testa Alta, Centro Studi De Gasperi, CodaconsSede Provinciale di Agrigento, Comitato Civico Cantavenera, Ethikos Aps, Konsumer – Agrigento.
Per la Consulta di AICA il Presidente Alvise Gangarossa