Fanno bene, anzi, benissimo Gaetano Scorsone e i volontari che da anni organizzano la Festa della legalità a Favara.
Tutti sappiamo, comunque, che si festeggia l’assente, perché si farebbe prima a trovare una vergine in un reparto di maternità che la legalità nella Città dell’agnello pasquale.
Parlarne, comunque non è male, con alcune considerazioni.
La lotta alle mafie si fa parlandone, educando i territori. Si è fatta con le imponenti manifestazione in occasione di gravi attentati da parte delle organizzazioni criminali allo Stato che sono costati il sangue e l’estremo sacrificio di magistrati, donne e uomini in divisa, semplici cittadini.
Gli italiani hanno reagito e lo Stato non si è limitato a guardare, ponendo efficaci azioni di contrasto alle mafie.
La strada è lunga e siamo in cammino, fiduciosi del pensiero del magistrato Falcone: “la mafia è un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani ha un principio, una sua evoluzione e avrà una fine”.
Tornando alla Festa della legalità, cosa buona e giusta, potrebbe essere l’occasione di tirare da sotto il tappeto la polvere nascosta.
Così come nella lotta alle mafie lo Stato non si è limitato a guardare, i favaresi devono festeggiare la legalità mettendoci le mani e parlare del rispetto della legge comparandolo con ciò che accade nel territorio: abbandono rifiuti, gestione del cimitero, contratto servizi rifiuti, controllo del territorio, pubblica sicurezza in alcuni luoghi di ritrovo dei giovani, la vergognosa situazione di una parte del centro storico, selvaggia occupazione del suolo pubblico, viabilità e assenza di vigili urbani, servizio idrico e l’elenco è lungo.
Parlare di questi argomenti non in chiave politica, con una parte che attacca e l’altra che si difende, ma tra cittadini in modo da convincerci che molto si potrebbe già fare con l’impegno della cittadinanza. Parlarne per educarci alla legalità e per affermarla.
Non una Festa della legalità che potrebbe ripetersi in qualsiasi città d’Italia, ma una manifestazione calata sulle esigenze di legalità della nostra Favara manifestate alle autorità civili e militari invitate e presenti per l’occasione.
Il mio vuole essere il suggerimento di chi attraverso la sua professione, quotidianamente, non si gira dall’altra parte e che spera, innanzitutto, nella presa di coscienza dei favaresi prima sui doveri e solo dopo sui negati diritti, con la consapevolezza che tutto non va bene e che affermando la legalità si risolverà gra parte dei problemi di Favara.