“La penuria di acqua e la distribuzione idrica per poche ore la settimana è stata sempre una caratteristica di Agrigento.”
È l’inizio del comunicato stampa a firma di Nino Cuffaro segretario del circolo Pd di Agrigento. Sua e’ la domanda: chi asseta Agrigento?
“Negli ultimi mesi – continua Cuffaro – la situazione si è aggravata e peggiora di giorno in giorno: il periodo dei turni si allunga e diminuisce il tempo di erogazione; qualche volta, poi, il turno salta e in alcuni quartieri si rischia di aspettare anche due settimane prima di avere l’acqua nelle proprie case”.
È la perfetta foto dell’attuale servizio idrico. Nino Cuffaro parla della situazione di Agrigento che è identica a Favara o a Canicattì, Licata e in quasi tutti i Comuni dell’Agrigentino.
“Non osiamo pensare – dice Nino Cuffaro- quello che potrà succedere nei mesi estivi, con la calura e i bacini idrici al di sotto della metà della loro capienza abituale”.
“I cittadini sono esasperati e c’è anche il rischio concreto che nei prossimi mesi diverse attività commerciali debbano chiudere per mancanza di acqua”.
I motivi della carenza idrica – continua- non possono essere legati soltanto al cambiamento climatico, che ha portato negli ultimi anni al continuo aumento delle temperature e a precipitazioni sempre più scarse”.
“Il fattore serio e preoccupante del riscaldamento globale non spiega da solo la cronica carenza di acqua dell’agrigentino. C’entrano anche e soprattutto ataviche incapacità amministrative che hanno creato una situazione insostenibile. Basti pensare ai 61 progetti idrici della regione bocciati lo scorso anno perché non conformi ai bandi del PNRR”.
“Se l’acqua è poca, i buchi abbondano. Le reti colabrodo disperdono nella nostra città oltre il 50% dell’acqua immessa. Uno spreco enorme che non possiamo più tollerare. Le riparazioni tardano, nonostante l’abbondanza di dipendenti dell’Aica, e l’acqua si perde. La nuova rete idrica cittadina, promessa dal 2007 (anno della privatizzazione del servizio idrico) da deputati, sindaci e ben cinque presidenti di regione, da ultimo è andata in fumo per la perdita del finanziamento di 44 milioni dovuta al mancato rispetto dei termini di utilizzo.”
“Quindi, non è immediatamente riconducibile ad una calamità naturale la carenza d’Acqua, ma in primis ad una insufficiente capacità gestionale della destra che amministra la nostra città e che ha ridotto l’Aica ad un feudo personale al servizio di esigenze politiche.”
“L’evento Capitale italiana della cultura del 2025 rischia di mostrare al mondo una città con un livello di servizi da terzo mondo.”
“Gli agrigentini devono abbandonare la loro atavica indolenza e farsi carico del proprio futuro: scendiamo in piazza a protestare. Noi faremo – conclude la nostra parte.”
Abbiamo pubblicato integralmente il comunicato di Nino Cuffaro perché, dicevamo- è l’esatta analisi del servizio idrico, in un territorio che non è la Norvegia dove sono impossibili le siccità, quando nella nostra Isola se ne sono verificate due negli ultimi trenta anni ed ancora oggi ci troviamo impreparati ad affrontarle.