È stato detto tanto da Palumbo e tante sono state le promesse in questi ultimi mesi, a fronte di un servizio in peggioramento costante, giunto ormai al suo collasso.
Per due giorni, ieri e l’altro ieri, non è arrivata acqua nel serbatoio comunale di Favara e oggi arriverebbero circa 30 litri al secondo a fronte degli attesi 70, quando la città ha una destinazione di almeno 80 litri al secondo di fornitura.
Di riflesso delle due zone in calendario oggi solo una sarà approvvigionata e l’altra è stata rinviata.
Non si contano più i rinvii e si è perso il conto sulla lunghezza dei turni, qualche settimana fa erano di 8 giorni, attualmente saranno, quasi sicuramente, di più.
Le autobotti sono la sola soluzione per i cittadini che devono pagare il servizio ad Aica e i privati per essere forniti dalle autobotti.
Inutile, a questo punto, girare intorno al problema quando l’unica soluzione è l’approvvigionamento alla città di almeno 50 litri al secondo rispetto agli assegnati 80 l/s. Sotto la soglia dei 50 il servizio non può essere garantito.
In percentuale, i 50 l/s rappresentano il 40 per cento della riduzione ed è una notevole partecipazione della città all’emergenza idrica regionale. Di più non si può chiedere.
Questi sono i fatti e i relativi numeri, tutto il resto sono parole perfettamente inutili, come inutile è cercare di far tacere la stampa. Di quest’ultimo argomento ne parleremo in altra occasione.
Come risolvere il problema? Palumbo ha detto in occasione della protesta per l’acqua, organizzata da Alessandro Pitruzzella e Giuseppe Moscato, che sarebbero arrivate le autobotti dell’esercito per alimentare il carcere Petrusa e dirottare 15 litri al secondo su Favara. Ad oggi e dopo mesi nessuna autobotte dell’esercito è stata avvista nel territorio.
Fatti ci vogliono e pure immediati che i vertici di Aica e la Regione Siciliana speriamo sapranno mettere in campo.