Si è svolta ieri al Castello dei Chiaramonte la presentazione, organizzata da Pasquale Cucchiara, della sesta “fatica letteraria” dell’apprezzato storico Carmelo Antinoro: “Sepolture nelle Chiese e cimiteri a Favara”.
Brevi note sull’autore Carmelo Antinoro
Carmelo Antinoro è architetto, dirigente dell’Amministrazione regionale dei Beni Culturali, Ambientali e P.I. della Reg.ne Siciliana ed apprezzato storico; tra i sui impegni professioni nel campo della tutela e restauro dei beni culturali a Favara si ascrive la progettazione e la direzione dei lavori per il restauro delle chiese della Madonna del Rosario e di Santa Rosalia, della scaffalatura lignea del fondo antico della biblioteca comunale “barone Antonio Mendola”, della biblioteca del convento dei frati minori francescani ed anche del Castello dei Chiaramonte laddove, ieri pomeriggio, ha presentato la sua sesta “fatica letteraria”: “Sepolture nelle Chiese e cimiteri a Favara”.
Note sul libro “Sepolture nelle Chiese e cimiteri a Favara”
L’ultima (in ordine di tempo) fatica letteraria di Carmelo Antinoro tratta un tema che, come egli stesso ha sottolineato, lo ha sempre affascinato: quello delle sepolture, motivo da ricercarsi, forse, nel fascino esercitato dal tema ad esso sotteso, del mistero della morte e delle tante domande implicate di cui, ovviamente, non tratta nella sua opera in cui descrive con dovizia, precisione e “rigore scientifico” le vicende storiche legate alle sepolture e ai cimiteri di Favara a partire dalla seconda metà del 1500.
Interventi
Il libro, come ha sottolineato dopo il breve intervento del sindaco Antonio Palumbo, il dott. Antonio Liotta, assessore alla cultura ed editore (casa editrice Medinova”) si fa apprezzare oltre che per il rigore scientifico, anche per il linguaggio piano che, a tratti, permette di accostarlo ad un romanzo, esso è diviso in tre capitoli:
Il primo è dedicato alle sepolture nelle chiese dal 1580 al 1877 (anno in cui venne aperto il cimitero di piana Traversa) il campo santo provvisorio sulla collina S. Francesco e l’approntamento del primo progetto su quel piano collinare;
Il secondo alla la realizzazione dei due cimiteri, di piana Traversa e di contrada Sanfilippo-Scorsone ed alle vicende che hanno segnato la chiusura, la riapertura e gli ampliamenti di piana Traversa;
il terzo ed ultimo, alle gentilizie di maggiore pregio: delle famiglie Piscopo, Miccichè, Cafisi, Fanara, Giglia, , Scaduto Mendola, Ambrosini… la tomba di Salvatore Cafisi e l’epitaffio di Maria Licata.
La pubblicazione, che gode del il patrocinio della soc. Agrigentina Storia Patria per il suo valore storico, ha sottolineato il presidente della stessa, Calogero Brunetto, è stata preceduta, nel 2002 da altra che può definirsi anticipatoria: “Favara: epidemie, ospedali, cimiteri, sepolture…”(ed. Medinova). Secondo Brunetto la parte più importante del libro è la prima in quanto riprende la letteratura del periodo per introdurre l’argomento trattato. Il cimitero, ha evidenziato, non è che la città dei vivi trasposta in città dei morti” ed il libro di C. Antinoro è un libro di gran pregio, un “libro senza tempo”.
Pasquale Cucchiara, sapiente moderatore dell’evento ha, indi, ceduto la parola ad Angelo La Russa, già sindaco di Favara, deputato e assessore regionale, deputato alla camera che ha definito “lavoro pregevole” il libro di C. Antinoro il quale ha tutte le caratteristiche del Ricercatore: spietato, costante, aggressivo, dotato della capacità di non fermarsi davanti ai tanti ostacoli. Un lavoro – ha aggiunto – che rappresenta una pagina fondamentale della nostra storia; una storia inedita che lega la storia dei vivi con quella dei morti . L’uomo – ha continuato La Russa- ha sempre avuto, nel tempo, attenzione per i morti dando loro sepoltura e si è da sempre posto la domanda su cosa ci sia dopo la morte. La sua memoria è andata a ritroso nel tempo e si è, poi, soffermata sulla scena tratta dall’Iliade in cui Priamo gettandosi alle ginocchia di Achille gli chiede la restituzione del corpo dell’amato figlio Ettore per potergli dare sepoltura; sulla penultima lettera di A. Moro alla moglie Eleonora in cui scrisse “Se ci fosse (il regno della) Luce sarebbe bellissimo”, ed ancora, La Russa ha rimembrato Padre Raniero Cantalamessa che appellava la morte Sorella ed ha, inoltre, condiviso generosamente ricordi personali relativi al nonno paterno.
Ha, poi, sottolineato come l’ampliamento del cimitero di Piana Traversa non sia stato razionale perché nei lavori sono andati perduti: le cancellate, la vecchia casa del custode, l’obitorio.. (elementi che dimostrano che, in passato, si costruiva con intelligenza e razionalità) ed ha aggiunto che alcune mattonelle in maiolica provenienti da cimitero sono state, poi, ritrovate durante la ristrutturazione dell’ex carcere mandamentale: “ecco, ha esclamato, il valore della ricerca, di una scoperta, della critica…” Ha concluso il suo ampio, strutturato ed interessante discorso con l’affermazione rivolta ai presenti in generale ed al sindaco, in particolare, secondo cui questo lavoro di C. Antinoro va protetto, diffuso, portato nelle scuole d’accordo con le dirigenti perché è bene che i ragazzi conoscano la storia dei morti oltre che dei vivi in quanto esse sono strettamente intrecciate.
L’ultimo a prendere la parola è stato l’autore, Carmelo Antinoro, che non ha potuto non sottolineare, con evidente emozione, che la presentazione di un libro è il culmine, il momento apicale di tanta fatica. E fatica ne deve aver fatta tanta davvero, perché il lavoro certosino di ricerca storica trasuda dalle 256 pagine del libro. Carmelo Antinoro nel suo excursus ha evidenziato che il cimitero ha solo 147 anni (risale, infatti solo al 1877), prima della sua costruzione i defunti venivano seppelliti nelle Chiese ed è stato difficile per i favaresi sradicare quell’usanza perché non accettavano che le sepolture dei loro cari venissero effettuate in luoghi non consacrati. Il 12 giugno del 1804 Napoleone Bonaparte emanò l’Editto di Saint-Cloude (Décret Impérial sur les Sépultures), che raccolse organicamente in due corpi legislativi tutte le precedenti e frammentarie norme sui cimiteri in Francia e nei paesi dell’orbita napoleonica, tra cui l’Italia. La legge stabilì che le tombe venissero poste al di fuori delle mura cittadine, in luoghi soleggiati e arieggiati, e che fossero tutte uguali. Si volevano così evitare discriminazioni tra i morti. La legge rimase, dunque, disattesa per ben 73 anni!
Con il supporto di slide Carmelo Antinoro ha, poi, “riesumato” tanti particolari, tante curiosità, anche qualche aneddoto, tanti elementi della storia favarese che, senza il suo costante ed appassionato lavoro, rischiavano di rimanere seppellite per sempre e che, invece, sono immortalati nel suo…”libro senza tempo”.
Non resta, a chi non ha potuto presenziare all’evento, di acquistare il libro di Carmelo Antinoro “Sepolture nelle Chiese e cimiteri a Favara”, già in vendita online.
Per le foto si ringrazia Giuseppe Vitello