di Giuseppe Maurizio Piscopo
Desidero iniziare questa intervista a Filippo Stagno con una poesia tratta dal suo libro Frammenti di vita, dal titolo: Il mio cammino.
Avevo solo otto anni e ancora ero un bambino
a lavorare nei campi incomincia il mio cammino.
La mattina si iniziava di buonora
e si finiva con il buio la sera a tarda ora.
Il mio primo regalo è stato una zappa piccolina,
aveva una bella forma! Ma non era carina.
Per ubbidienza ho accettato quell’arnese,
ci lavoravo si ! Ma senza né entusiasmo, né pretese.
Appena ho potuto ho abbandonato tutto
cercando di fare il mestiere a me più adatto.
Come apprendista ho incominciato in una tipografia
e subito ho capito che era la giusta strada mia.
Ho imparato il mestiere con tanti sacrifici e passione,
che con soddisfazione l’ho fatto fino alla mia pensione .
Per quel lavoro sono stato tanto apprezzato e gratificato,
oggi ringrazio Dio per il sostegno che mi ha dato.
Ci sono delle persone a Favara, che nella loro vita lavorano in silenzio ed hanno un grande rispetto per gli altri. Filippo Stagno ha svolto il mestiere del tipografo, un lavoro antico molto affascinante.
E’ riuscito a realizzare i sogni degli altri. Con i suoi manifesti ha raccontato la nascita, il matrimonio e la morte. E’ sempre stato il primo ad avere le buone e le cattive notizie.
Gli anziani di Favara dal suono delle campane riuscivano a capire se i rintocchi erano per la nascita di un bambino o per la fine di un vecchio che si era stancato di vivere.
Da bambino guardavo con curiosità le “carte da morto”. Osservavo le persone che le leggevano con stupore e commentavano fra di loro a voce alta “Comu morì, chi ci vinni, unn’era ancora picciottu”?
Le visite di lutto erano obblighi assoluti, i vecchi dicevano vado a fare il mio dovere. Molti si recavano al cimitero pi dari “la manu o mortu”.
In città le persone si informavano attraverso i necrologi dei giornali. Oggi tutto questo è cambiato. Le notizie belle o brutte passano dalla rete.
Filippo Stagno è custode di tanti segreti di questo paese. L’ha visto cambiare. Nel tempo libero si dedica alla lettura, all’orto. I suoi viaggi vanno dalla Toscana alla Campania, spesso si ferma a Napoli.
Mi ha confidato che sente la nostalgia della Germania dove ha lavorato alcuni anni, anche se il suo sogno era quello di ritornare in Sicilia alle sue radici. Ha imparato e perfezionato il tedesco nelle scuole serali, dopo che finiva di lavorare. Il tedesco non è una lingua facile per nessuno.
Filippo si sente un cittadino del mondo. Dal 1976 al 2021 ha realizzato il suo sogno, quello di aprire una tipografia, legatoria a Favara. Dalle lettere manuali alle nuove scoperte informatiche. Ma andiamo a conoscere Filippo da vicino.
L’ho incontrato in questi giorni in Piazza Cavour insieme al mio amico Peppe Calabrese.
Quando hai iniziato il mestiere di tipografo?
Ho iniziato l’apprendistato per diventare tipografo nel 1962, presso la Tipografia dell’Istituto “Cristo Re” dei Padri Rogazionisti di Messina.
Dove hai lavorato?
Dal 1965 al 1968 ho lavorato come tipografo in Germania. Dal 1969 al 1970 a Napoli sempre con questo mestiere. Dal 1971 al 1975 di nuovo in Germania nella stessa tipografia di prima.
Nel 1976 sono rientrato a Favara, finalmente dopo tanti sacrifici, sono riuscito a realizzare il mio sogno, quello di aprire la mia Tipografia con la denominazione di ” TIPOGRAFIA E LEGATORIA STAGNO” ho continuato a svolgere l’attività di tipografo e rilegatore di libri, aggiornandomi sempre sulla nuova tecnologia, dal lavoro manuale inizialmente, a quello informatico, andando avanti con i tempi, fino al 2012, inizio del mio pensionamento.
Chi erano le persone che venivano in tipografia e quali servizi richiedevano?
Nella mia Tipografia venivano molte persone, dal ragazzo all’anziano, dall’operaio al professionista.
Le richieste erano tante, dalla fotocopia agli stampati per ogni ricorrenza, dalla rilegatura di enciclopedie a fascicoli, alla rilegatura e restauro di vecchi libri.
Quante tipografie c’erano a Favara in quegli anni?
Allora a Favara le tipografie erano 3. Oggi sono 4.
Mi puoi parlare del tuo lavoro…
Il mio lavoro consisteva nella composizione e nella stampa di biglietti da visita, partecipazioni di nozze e inviti di ogni genere, su carta intestata, fatture e stampati commerciali, stampa opuscoli, libri, manifesti di ogni genere, stampati pubblicitari, stampa e rilegatura tesi, rilegatura enciclopedie e restauro libri di ogni genere. Ho avuto la possibilità di rilegare e restaurare volumi unici, atti notarili, tantissimi volumi e raccolte di giornali quotidiani e settimanali per la Biblioteca Comunale “Antonio Mendola”, sono stato il primo ad aver stampato a Favara il primo manifesto necrologico con immagini sacre a colori e il primo necrologio con la foto del defunto a colori, e tanti altri lavori tipografici e di legatoria, in più con il contatto diretto con la clientela e i fornitori.
Com’è cambiata Favara nel ricordo dei tuoi anni giovanili?
Favara dai miei tempi è molto cambiata. Oggi c’è una maggiore presenza culturale fatta da vari incontri organizzati sia dal Comune e anche da altre Associazioni Culturali e Ricreative, che vengono seguite con interesse dalla cittadinanza. Comunque, ho molta fiducia nei giovani e spero in tempi migliori. L’importante è che si faccia tutto quello che è possibile fare, per il bene del Paese e della cittadinanza.
I tuoi libri parlano di poesie, tradizioni e storie perdute della Favara di una volta…
Nelle mie poesie includo sentimenti e riflessioni del passato e del presente, dalla lotta contro la droga, al flagello del coronavirus, alla guerra in Ucraina e nella striscia di Gaza, e poi la sofferenza, la malattia, l’importanza dell’amicizia, dell’educazione per le generazioni future, fino alla testimonianza di fede e la profonda fiducia in Dio.
Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Ritiratomi in pensione dopo aver stampato tante opere per gli altri, ho continuato a comporre poesie affrontando argomenti di vita vissuta e tanti temi sociali e culturali. Realizzando il mio libro “FRAMMENTI DI VITA” Raccolta di Poesie, stampato, rilegato con accurata cucitura a mano, prodotto e commercializzato; per lasciare ai giovani e a quelli che hanno un certo vissuto, un ricordo del presente e del passato. Da tempo sono impegnato nel sociale faccio parte della Società “San Vincenzo de’ Paoli “ di Favara, nella quale da anni ricopro l’incarico di tesoriere.
Mi dedico allo studio di lingue e aggiornamenti di informatica e continuo a comporre poesie, con il desiderio di potere pubblicare un secondo volume. Per il futuro, spero che il buon Dio mi dia un pò di salute e che non mi manchi il necessario, qualche foglio di carta e qualche matita per continuare a scrivere. Cercherò di lasciare alle nuove generazioni un ricordo del presente e del passato delle mie esperienze personalmente vissute, affinchè i giovani di Favara possano crescere nell’amicizia, nel rispetto e nella solidarietà con tutti.