“Leggo sul “Il Giornale” l’intervista al presidente Schifani, nella quale in un passaggio afferma che “Non è vero che i turisti scappano e nessuno rischia di restare senza acqua in Sicilia, dalla siccità al turismo solo fake news sulla Sicilia”. Vorrei con tutto me stesso dare ragione al Governatore, lo vorrei per la nostra Isola e per i siciliani, ma, purtroppo, per tutti noi Schifani parla e descrive una realtà da cieco. Non vede o non lo fanno vedere”.
A parlare è don Marco Damanti, parroco della chiesa Santi Pietro e Paolo di Favara. Un sacerdote che fa sentire la sua voce e quella della gente quando ce n’è la necessità. In passato ha affrontato a muso duro la gestione privata del servizio idrico idrico e lo stesso Marco Campione, all’epoca presidente di Girgenti acque, andò a trovarlo in parrocchia ed ebbe fine il taglio delle prese idriche ai poveri che non potevano pagare le bollette.
E’ uno tosto che conosco da diversi anni tanto da poter affermare e testimoniare il suo impegno per i cittadini e, in particolare, per i più deboli.
Detto questo, ritorniamo a don Marco e al suo messaggio all’indirizzo di Schifani.
“Poco tempo fa il Presidente si è sentito male durante una sua visita ad Agrigento. E’ stato portato al Pronto soccorso dell’ospedale San Giovanni Di Dio, visitato e dimesso nel giro di pochissimo tempo. Mi chiedo: quanti possono vantarsi nella loro vita di avere avuto lo stesso destino del Presidente di arrivare, essere visitato dai medici, curato e dimesso dal Pronto soccorso di Agrigento nel giro di un’ora. Ovviamente, il giudizio che si è formato Schifani sul Pronto soccorso è assolutamente diverso da quello degli agrigentini”.
“Schifani vede o gli fanno vedere una realtà diversa da quella che percepisce la gente comune sulla crisi idrica. Viceversa non si spiegherebbe il suo “nessuno rischia di restare senza acqua”. Presidente noi agrigentini da mesi siamo senz’acqua e a questo proposito desidero raccontarle una verità che gli uomini a lei vicino non le raccontano”.
Don Marco Damanti è un fiume, purtroppo non di acqua, che non voglio fermare.
“La gente – dice il sacerdote- non ha acqua. Anzi, per essere più precisi e perché lei comprenda meglio il disagio e l’allarme di questo pezzo di Sicilia, le famiglie sono senza acqua e senza altre alternative se non quella di ricorrere al bidone d’acqua nelle fontanelle o in prestito da chi gliene avanza un pò. A Favara e in altre città l’erogazione dell’acqua avviene regolarmente ogni 14 giorni e per 3 ore. Venga nel quartiere della mia parrocchia, venga a Favara o a Licata, ma non si faccia accompagnare dai politici della sua maggioranza di governo, perchè le mostreranno, così come per il pronto soccorso di Agrigento, un servizio idrico efficiente che nella realtà non esiste”.
“Pensi Presidente, e la chiudo qui, che i politici, lei compreso, avrebbero dovuto fin dal mese di marzo scorso mettere in campo gli interventi e le azioni necessarie a scongiurare l’attuale emergenza, Non lo hanno fatto e hanno l’arroganza di assumere oggi toni trionfalistici per ogni singola iniziativa arrivata a fine luglio, quando da mesi le famiglie vivono un dramma che non li fa sentire italiani ed europei. L’economia del territorio è l’altra vittima dell’emergenza idrica. Se verrà a trovarmi la farò incontrare con i gestori dei b&b, per dirne una, che hanno appena finito di digerire i danni del covid ed è arrivata la siccità. Presidente, le assicuro che l’acqua manca e la gente è disperata”.