L’allora ventisettenne Gessica, mamma di quattro figli piccoli, è scomparsa il 12 agosto 2018 intorno alle 19:30 quando sarebbe stata vista in via Leopardi da uno zio e un amico. Affermazioni che non hanno potuto essere confermate da nessuna telecamera.
Le piste seguite ed i colpi di scena
Scattano le ricerche e la Procura di Agrigento segue diverse piste:
1) gli inquirenti perquisiscono la casa ed i terreni terreni del fidanzato della ragazza, Filippo Russotto, allora unico indagato, il quale ha sempre professato la propria innocenza.
2) altra pista battuta dai magistrati è quella secondo cui Gessica fosse coinvolta in un possibile giro a luci rosse. Ad orientare le investigazioni in tale senso alcune intercettazioni di conversazioni tra l’ex datore di lavoro di Jessica, Gaspare Volpe, e un amico in cui parlano di clienti e soldi.
Il 25 ottobre a Favara vengono rinvenute delle scritte indicanti il presunto assassino e successivamente, nel mese di dicembre, a Naro, viene rinvenuta una scritta rossa su un muro realizzata con una bomboletta spray rossa in cui si fa riferimento ad un uomo che potrebbe sapere molte cose sulla giovane donna. Nessuna delle piste ha portato risultati.
Nel marzo 2019, su specifica richiesta della prof.ssa gaetana Mendolia si erano aperti i loculi dei suoi genitori, i coniugi Mendolia e Licata, in quanto la stessa aveva indicato quelle tombe, dove erano originariamente sepolti i coniugi prima di essere spostate in un monumento privato, come possibile luogo in cui ritrovare il corpo di Gessica. Ma l’ipotesi della professoressa si è rivelata erronea.
Il 13 aprile 2023 sembra aversi una svolta nelle indagini. L’attenzione degli investigatori si sposta, infatti, da Filippo Russotto per il quel la Procura ha richiesto l’archiviazione al Giudice, al fratello di Gessica, Vincenzo Lattuca. La nuova ipotesi investigativa è alimentata dal rinvenimento di alcune tracce ematiche nella casa di Via Leopardi del padre di Gessica (in stato detentivo) e del fratello Enzo. Gli investigatori hanno effettuato un nuovo giro di interrogatori di tutte le persone potenzialmente informate sui fatti. Secondo la Procura ad uccidere Gessica potrebbe essere stato il fratello, al culmine di una lite scatenata dallo stato di ubriachezza di Gessica. Vincenzo Lattuca è accusato dell’omicidio aggravato della sorella e di occultamento di cadavere in concorso con ignoti; on si avvale della facoltà di non rispondere e respinge ogni accusa a suo carico. L’attesa svolta nelle indagini è destinata a una inevitabile battuta di arresto: Vincenzo muore improvvisamente dopo qualche settimana. Il 43enne ha avvertito un malore mentre si trovava nella sua abitazione (sua e del padre), trasportato in ambulanza in ospedale, vi è giunto quando ormai era privo di vita.
Altra svolta sembrava potersi avere nel marzo scorso quando vennero rinvenuti dei frammenti ossei (ventitre) durante i lavori di ristrutturazione di un immobile sito in via Luigi La Porta, a poca distanza dall’abitazione del fratello della donna scomparsa nel 2018. “Io sono convinta- aveva affermato la madre- che quei resti umani siano stati messi là apposta da chi ha ucciso mia figlia per far pensare che sia stato Vincenzo” . Secondo il medico necroscopo quattro dei 23 frammenti ossei avrebbero potuto essere riconducibili al genere umano, ma a maggio i Ris (Reparto investigazioni scientifiche) dei carabinieri hanno accertato che non si trattava di resti umani, ma di ossa di gatto e di uccelli.
La scomparsa della giovane mamma di quattro bimbi resta, dopo sei anni, avvolta nel mistero; una ferita aperta per la comunità favarese che attende di essere lenita dalla scoperta della verità.